Più che andare a caccia di notizie la missione centrale per i giornalisti cattolici (di tutto il mondo) deve essere quella di evitare polemiche e linguaggi bellicosi, portando a tutti la Buona Novella. «L'importante è non avere un atteggiamento introverso, ma uscire per portare il messaggio cristiano in ogni ambito della vita, utilizzando i mezzi e le possibilità oggi a disposizione». Papa Francesco riflette con un gruppo di cronisti tedeschi arrivati a Roma per il 75esimo anniversario della associazione Gesellschaft katholischer Publizisten Deutschlands che riunisce professionisti cattolici dei media, provenienti da vari settori, ecclesiali e civili. Parla a loro ma il messaggio è rivolto ai cronisti cattolici a ogni latitudine.
Per Francesco resta dunque «fondamentale favorire toni di pace e di comprensione, costruire ponti, essere disponibili all’ascolto, esercitare una comunicazione rispettosa verso l’altro e le sue ragioni. C’è un bisogno urgente di questo nella società, ma anche la Chiesa necessita di una comunicazione gentile e al contempo profetica».
Quello che Papa Francesco fa affiorare, senza mai toccare il tema della libertà di stampa, è il bisogno di sedare gli scontri. “Quanti conflitti oggi, anziché essere estinti dal dialogo, sono alimentati da notizie false o da dichiarazioni incendiarie che passano attraverso i media! Perciò è ancora più importante che voi, forti delle vostre radici cristiane e della fede quotidianamente vissuta, smilitarizzati nel cuore dalVangelo, sosteniate il disarmo del linguaggio”. Un modo di comunicare che, nell'idea di Francesco, tenga conto della costruzione di ponti, favorisca il dialogo, evitando ciò che può alimentare conflitti.
L'argomento non è marginale in Germania dove la Chiesa ha intrapreso un cammino sinodale, sul quale sono nati scontri e polemiche a non finire per le visioni differenti che sono affiorate a proposito delle richieste di riforme, arrivate dalla base, orientate a cambiare il ruolo delle donne e dei laici. Dal sacerdozio femminile all'elezione diretta dei vescovi, dalla revisione del Catechismo nella parte riguardante la morale e l'omosessualità, all'abolizione del celibato sacerdotale. Francesco ha ricordato ai cronisti cattolici la lettera scritta nel 2019. “Una Chiesa che si occupa principalmente di sé stessa si ammala di autoreferenzialità. La Chiesa, invece, è missione, e i comunicatori cattolici non possono non coinvolgersi e rimanere, per così dire, “neutrali” rispetto al messaggio che trasmettono.