PERUGIA - Un suicidio dai contorni tutto da chiarire. È infatti ancora aperto il fascicolo per la morte del pilota di aerei trovato ferito in auto per un colpo d'arma da fuoco e poi deceduto in ospedale una settimana fa. L'uomo, sessantenne, è stato notato da alcuni residenti lungo la strada di Colle Umberto: immediata la richiesta di soccorsi e la corsa al Santa Maria della misericordia. I medici hanno fatto di tutto per salvargli la vita, ma purtroppo le sue condizioni erano disperate e poco dopo il pilota è morto a causa di quell'unico colpo esploso da una penna pistola, un'arma con un solo proiettile che non gli ha dato scampo.
Se inizialmente si era anche potuto pensare a un colpo accidentale, sparato per un incidente, l'ipotesi più accreditata è stata da subito quella di un gesto volontario. Un dramma personale che, come tale e per evitare rischi di emulazione, difficilmente – e correttamente - trova spazio nelle cronache. Ma questa morte, a una settimana dalla tragedia, si tinge di giallo, con la procura che ha richiesto, oltre all'autopsia, ulteriori verifiche e accertamenti balistici e con le indagini della squadra mobile ancora in corso.
L'esame autoptico è stato svolto dal medico legale Laura Panata e non ci sarebbero dubbi sul fatto che l'uomo abbia fatto tutto da solo: inverosimile l'ipotesi dell'intervento di terze persone. Ma ancora si resta in attesa di tutti gli accertamenti disposti dal pubblico ministero Gianpaolo Mocetti, determinato a capire meglio cosa sia successo non tanto nell'auto quanto nelle ore immediatamente precedenti lo sparo. Gli amici e i colleghi ricordano il sessantenne come un uomo attento sul lavoro e ancora non si fanno una ragione di questo gesto, considerato davvero imprevedibile. C'è chi ricorda l'acquisto (più o meno recente) di un aereo e allora riconduce tutto alla probabilità di qualche difficoltà di tipo economico, ma davvero l'eventualità di arrivare a togliersi la vita appare, a chi gli voleva bene, ancora incredibile. Senza considerare il particolare impiego dell'uomo, pilota di aerei privati, con clienti molto facoltosi, che richiedeva - come per tutti i piloti - una lucidità e una serenità d'animo costanti.
Tutti elementi per cui gli inquirenti non avrebbero ancora chiuso l'indagine, magari per confermare o smentire eventuali altre responsabilità, anche se dopo l'autopsia la salma è stata intanto restituita alla famiglia.