Scoperta la «cleptopredazione»: così i molluschi mangiano prede già sazie

Sub mentre prende la lumaca di mare
Sub mentre prende la lumaca di mare
di Ilenia De Rosa
Venerdì 10 Novembre 2017, 14:41 - Ultimo agg. 15:40
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Cibarsi con astuzia. E' il meccanismo di predazione messo in atto da una lumaca di mare, scoperto dai ricercatori della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, del Cnr-Iamc dell'università del Salento e delle università britanniche di Portsmouth e Glasgow, che riscrive i paradigmi dell'ecologia e della biologia, poiché non era mai stato osservato nel regno animale un comportamento del genere prima d'ora. 
 


L'animale in questione si chiama «Cratena peregrina», piccolo mollusco variopinto, spesso immortalato dai fotografi subacquei, appartenente al sottordine dei nudibrachi, che vive lungo le coste mediterranee. Tale lumachina vive sopra colonie di Eudendrium racemosum, organismo animale ramificato dalla forma simile ad un cespuglio. Si ciba dei piccoli polipi di cui è composta la colonia, ma lo fa in modo del tutto peculiare: seleziona accuratamente le sue prede, attaccandole mentre a loro volta sono impegnate a nutrirsi di piccoli crostacei appartenenti allo zooplancton di cui sono ghiotte.

In tal modo Cratena peregrina, non mangia solo i polipi che costituiscono le colonie di Eudendrium racemosum, su cui essa vive, ma anche i piccoli crostacei appena catturati dalle sue prede, ottenendo così un pasto dall’elevato valore energetico. Tale nuovo meccanismo di predazione è stato battezzato, per l’appunto, «Cleptopredazione» e rappresenta un qualcosa di completamente nuovo che apre altri scenari e ribalta i piani dell'attuale conoscenza scientifica. Il nuovo meccanismo, descritto dal gruppo di ricerca italo-britannico, comporta, infatti, sia la predazione che il cleptoparassitismo, vale a dire la sottrazione delle prede. Un meccanismo coordinato e astuto, la cui scoperta nasce da un’osservazione fatta anni fa da Fabio Badalamenti del CNR.

Esaminare il fenomeno sott’acqua era improponibile, è stato necessario, dunque, portare esemplari di Cratena ed Eudendrium in laboratorio per studiare sotto la lente di ingrandimento le dinamiche che ne guidavano l'alimentazione. Lasciata libera di scegliere gli organismi di cui cibarsi Cratena, tra "polipi lasciati a dieta" e "polipi sazi di piccoli crostacei", predilesse i “polipi ripieni di crostacei”.

Insomma, la povera colonia di Eudendrium è adoperata come un attrezzo da pesca per catturare i gustosi crostacei ed è a sua volta danneggiata con l’uccisione dei polipi. Tuttavia, mangiare “polipi ripieni” assicura un apporto energetico al nudibranco tale da non richiedere l’ulteriore sacrificio di altri polipi, dando così il tempo alla colonia di rigenerarsi. In tal modo si mantiene un equilibrio dinamico che assicurerà l’esistenza di entrambi. Da un punto di vista ecologico questa scoperta apre scenari del tutto nuovi, in quanto dimostra che la nostra conoscenza del funzionamento dell’ecosistema marino e dei flussi di materia ed energia al suo interno sono ben lungi dall’essere completamente appresi.

Un meccanismo alquanto particolare che ha destato la curiosità di prestigiose testate internazionali. «L’interpretazione data dal Daily Kos, magazine Americano online a carattere politico, sottolinea la coincidenza tra il lancio del piano dei Repubblicani in tema di tasse negli USA e la pubblicazione dell’articolo scientifico, puntando sull' assonanza tra il comportamento dei Repubblicani e quello di Cratena(Kleptopredation). Insomma, per gli effetti riportati in vari aspetti del sapere, parliamo di una scoperta scientifica che inquadra e fornisce nuove prospettive e definizioni non solo marine» racconta Luigi Musco, membro del team di ricerca.

 
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