Crateri e tramonti arcobaleno: Marte in 3D è uno spettacolo

Crateri e tramonti arcobaleno: Marte in 3D è uno spettacolo
di Massimo Capaccioli
Giovedì 28 Giugno 2018, 07:00
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«Anch'io, da fanciullo, ho creduto che oltre il Vesuvio non vi fosse nulla, dal momento che al di là di esso nulla potevo scorgere», ricorda con tenerezza Giordano Bruno nel suo trattato De Immenso et Innumerabilis. Allo stesso modo l'umanità, nella sua lunga infanzia, ha fantasticato che l'apparente perfezione dei cieli implicasse forme geometricamente regolari e l'assenza totale di dettagli. Poi, valicata con Galilei la siepe dell'osservazione a occhio nudo, di là dal Monte Tabor sono comparsi i crateri sulla Luna, le macchie sul Sole, gli anelli che fanno da collare a Saturno e i colori delle stelle, in una escalation di meraviglie che, dopo i successi del telescopio spaziale Hubble, ha raggiunto oggi un nuovo traguardo con le straordinarie immagini 3D del pianeta rosso distribuite dall'Agenzia Spaziale Italiana e dall'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Ce le regala una speciale camera ad alta risoluzione ospitata a bordo del Trace Gas Orbiter (TGO), la sonda orbitante di una delle due missioni del progetto ExoMars, frutto di una felice collaborazione tra l'Europa e la Federazione Russa. Quando è stato lanciato verso il pianeta rosso nel marzo di due anni fa alla caccia di tracce della vita e degli ingredienti indispensabili alla vita sulla scia delle suggestioni create dalla scoperta di un capriccioso contenuto di metano in atmosfera marziana, ExoMars trasportava anche un lander, battezzato Schiaparelli in onore, una volta di più, di un grande italiano. Un laboratorio che purtroppo è andato distrutto durante la discesa sulla superficie del pianeta, trascinando nel suo crack i sogni e le fatiche di centinaia di ingegni brillanti che avevano scommesso su di lui. En passant, dopo questo incidente e quello di Beagle2, il lander britannico associato a Mars Express, viene il sospetto che la dea bendata abbia messo pesanti dazi sull'esportazione di veicoli europei su Marte!
 
Incerti del mestiere, comunque, e delle leggi di Murphy che, soprattutto nelle delicatissime missioni spaziali, sono sempre in agguato, e che ogni esploratore deve essere preparato a metabolizzare così da ricavare il massimo da ciò che non è andato storto. L'orbiter TGO, nel nostro caso. All'inizio di aprile di quest'anno, infatti, la sonda ha finalmente raggiunto la sua orbita definitiva, una circonferenza molto inclinata percorsa ogni due ore a una quota di 400 km sul livello del suolo marziano, e ha cominciato a raccogliere dati. I suoi compiti principali sono la ricerca e il monitoraggio in ambiente marziano delle sorgenti del metano e degli altri gas in traccia (ossia presenti con abbondanze inferiori all'1%), una caccia ai segni dell'acqua e la ricostruzione accurata tridimensionale del suolo del pianeta, da utilizzarsi per la seconda parte del progetto, che prevede un altro lancio nel 2020. All'uopo è stata imbarcata sull'orbiter la camera stereoscopica chiamata CaSSIS (Colour and Stereo Surface Imaging System) che, appena accesa, ha cominciato a distribuire anche al pubblico spettacolari ricostruzioni 3D dei panorami marziani (elaborate all'Osservatorio di Padova da un team dell'INAF), che danno a ciascuno di noi la sensazione di essere lì, in volo sul pianeta a oltre 50 milioni di km dalla Terra. Sappiamo bene, nell'epoca dei telefonini miniaturizzati e superdotati, che nulla riesce più a stupirci.

E in effetti, non sarebbe il caso di gridare al miracolo per questo marchingegno tecnologico realizzato a guida svizzera con la collaborazione di valentissimo personale tecnico e scientifico dell'INAF, se non fosse per l'eccezionalità del risultato: un viaggio virtuale in un altro mondo, remoto, polveroso e inospitale, su cui ancora nessun uomo ha messo piede, ma che un lontano drone può trasportare nella casa di ciascuno di noi, sul nostro pc, per farci sentire parte dell'avventura. Questo solo dovrebbe bastare a promuovere la missione e, più in generale, a convincere chi detiene i cordoni della borsa che la scienza non deve essere necessariamente soltanto utile; qualche volta, e per fortuna, può essere anche bella.
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