Siti civetta sui social, è la grande truffa dei Bitcoin

Siti civetta sui social, è la grande truffa dei Bitcoin
di Francesco Pacifico
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 11:37
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Basta andare sui social e sfiorare con poca attenzione un post o un tweet pubblicitario e ritrovarsi nel magico e illusorio mondo delle transazioni finanziarie con i bitcoin. Un tocco in più - a noi è capitato mentre scorrevamo le foto di Instagram - e ci siamo imbattuti in un sito dalla nazionalità non specificata per acquistare e investire sulle cryptomonete e soprattutto sulla fantastica storia di Ciro Esposito di Napoli, «un padre di 35 anni che ha perso il lavoro nel novembre del 2016». C'è pure la foto davanti a un bacino (che nella maldestra ricostruzione grafica forse dovrebbe ricordare il Golfo partenopeo) dell'uomo con moglie e bambini sorridenti, perché - come spiega il web - Ciro «era scettico» sui soldi facili. E soprattutto, subito sotto, c'è la foto di un assegno intestato alla Banca d'Italia per 40mila euro.
 
Chiaramente è tutto falso, come falsi sono l'assegno della Banca d'Italia (non esistono) e la vicenda dell'uomo che sempre su questo sito racconta: «All'inizio pensavo fosse uno scherzo. Guadagnare da casa è solo un sogno. I soldi fluivano sul mio conto, non credevo fosse reale. Ero scettico ma, dopo aver ricevuto il mio primo assegno, ho capito che avrebbe cambiato completamente il mio futuro finanziario...».

Dalla Banca d'Italia ci spiegano che, «una volta avuta notizia di questo link, abbiamo segnalato la cosa al nostro ufficio legale per procedere con una regolare denuncia. Di più non possiamo fare, anche perché le competenze sono della Consob per quanto riguarda la difesa del risparmio e dell'Antitrust per la pubblicità ingannevole. Ma post simili girano da almeno un paio d'anni, cambiano soltanto gli indirizzi o i nomi delle aziende». Di truffe come queste il web è pieno: vengono realizzate attraverso i banner pubblicitari ospitati su siti credibili oppure sfruttando post sui social, nonostante le aziende del settore vaglino tutte le inserzioni da pubblicare. Chi ci clicca su e poi - attirato dai facili guadagni - fa la stupidaggine di inserire nei form preposti la sua mail o il suo numero telefono, si vede tempestato di telefonate di sedicenti promotori. Ma il danno diventa quasi irreversibile quando si aderisce al servizio, si apre un conto per gli investimenti e se si dà il numero della propria carta di credito. A quel punto si aprono le posizioni, si iniziano a mobilitare le prime piccole cifre (anche 40-50 euro), si annunciano dei guadagni sul nostro portafogli. Poi nell'arco di due settimane, ai ricavi seguono le perdite con l'intermediario finanziario che inizia a prelevare ulteriori soldi per coprire le posizioni e fare nuovi acquisti di bitcoin. Inutile a provare a uscire dall'investimento: i promotori smettono di telefonare e alle mail non c'è nessuna risposta.

Ci sono soltanto due alternative: bloccare l'erogazione della carta e fare regolare denuncia all'autorità giudiziaria. Ma le possibilità di recuperare quanto mobilitato è impossibile, non fosse altro perché le società dietro gli intermediari hanno sede legale alle Cayman, alle Virgin Island o in ogni landa del mondo dove non c'è un regolare accordo di reciprocità giuridica.

Racconta il generale in pensione Umberto Rapetto, già alla guida del Gatt della Guardia di Finanza e oggi impegnato nella cybersecurity con una sua società: «Queste truffe finanziare hanno un giro d'affari soltanto in Italia tra i 2 e i 3 miliardi di euro all'anno. Dietro ci sono spesso i nostri clan criminali, che si sono resi conto che si fa meno fatica a rubare soldi alla gente con un computer che con una pistola». Soltanto all'Agcom, lo scorso anno, sono arrivate circa 500 segnalazioni. «Tutto questo - aggiunge l'ex militare - avviene perché la politica e le istituzioni non si rendono conto della gravità del problema. E, non da meno, perché dopo anni di crisi è forte il richiamo per fare soldi facili».

In quest'ottica va detto che questi siti civetta, anche se non tecnologicamente avanzati come quelli delle banche e delle sim, sono molto accattivanti. In quello sul quale siamo capitati per caso si legge (maiuscole comprese) che «i Bitcoin Stanno Per Esplodere DI NUOVO E Creare Migliaia Di Nuovi Milionari». Se non bastasse, si annuncia: «Il prezzo dei Bitcoin è esploso negli ultimi mesi, diffondendo una nuova ondata di milionari. Quelli che avevano acquistato 100 euro in Bitcoin nel 2010 ora hanno oltre 4 milioni di euro nei loro conti bancari... e gli esperti reclamano 20 Gennaio 2019 I Bitcoin stanno per esplodere di nuovo. Ma la chiave è agire rapidamente».

Senza però dire che la più famosa cryptomoneta - a differenza delle altre consorelle - è passata dai 12.200 euro del 2 gennaio del 2018 ai 3.290 del 26 dicembre dello stesso anno.

Per non parlare dei video con Bill Gates (fondatore della Microsoft), Eric Schmidt (ex Ceo di Google) e il re dei trader Warren Buffet: in realtà vengono prese loro mezze frasi sui bitcoin per far sembrare che i loro guadagni siano arrivati in questa maniera.

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