Ecco X, l'iPhone che riconosce i volti: il futuro degli smartphone secondo la Mela

Ecco X, l'iPhone che riconosce i volti: il futuro degli smartphone secondo la Mela
di Rosita Rijtano
Mercoledì 13 Settembre 2017, 08:36 - Ultimo agg. 16:16
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È l'iPhone dei superlativi. Dove ogni più piccola componente, funzione e finezza viene presentata come «eccellente», «rivoluzionaria», «fantastica». A partire dallo schermo che va a occupare quasi l'intera superficie anteriore dello smartphone: super gigante e dotato di un display chiamato, non a caso, "super retina". È l'iPhone X, il nuovo "one more thing" firmato Apple, il melafonino che ci riconosce, e conosce, meglio di chiunque altro: sviluppato per celebrare i dieci anni di Cupertino nel settore della tecnologia mobile. Quella mattina del 9 gennaio 2007, quando Steve Jobs ha esibito il primo iPhone e, con una mossa di  marketing, ha rivoluzionato per sempre il mondo degli smartphone. E la nostra vita.
 



Altri tempi, altri prezzi, visto che all'epoca il modello tra le mani dell'ex numero uno di Apple sarebbe arrivato sul mercato al costo di 390 dollari. Ma l'universo hi-tech va veloce al pari della luce: le funzioni sono cambiate e talmente evolute che è impossibile fare paragoni con quanto visto oggi all'Apple Park, nel cuore della Silicon Valley. È stato l'evento Apple più chiacchierato di tutti i tempi. Lontano dalla segretezza assoluta che ammantava i prodotti di Cupertino negli anni di re Steve. Un crescendo di rumors, scatti rubati e dettagli spifferati, che hanno anticipato ogni particolare. O quasi. Il nome, il prezzo, le principali caratteristiche: già noti. Via il mistero, ma non la magia nel nuovo quartier generale dell'azienda a forma di astronave e completamente ecosostenibile: usa solo energie rinnovabili. Qui, nell'auditorium dedicato al fondatore dell'impresa, sono state appena svelate al mondo le ultime fatiche di Cupertino.

Ed ecco penzolare dall'albero della Mela ben tre frutti "proibiti". C'è l'iPhone X, pronunciato dieci, che ha catalizzato le attenzioni: il più atteso e quello presentato per ultimo, come nella migliore tradizione dell'«ancora un'altra cosa». «È il nostro prodotto migliore, fatto con le migliori tecnologie disponibili», spiega l'attuale amministratore dell'azienda Tim Cook. Che insiste su un punto: «Si tratta dello smartphone del futuro. Il motto di Steve era: fate cose meravigliose e condividetele con il mondo. Ed è ciò che abbiamo realizzato con questo iPhone, credo che ne sarebbe orgoglioso». Ha corpo in vetro e bordi in alluminio. Ma a colpire è innanzitutto il display Oled ad alta risoluzione: spazza via il tasto "Home", cambiando radicalmente il modo in cui oggi utilizziamo l'iPhone, e si estende per tutto il frontale. Fatta eccezione per una piccola area superiore dedicata ai sensori del Face ID: la nuova tecnologia di riconoscimento del viso che permette al telefonino della Mela di scansionare il volto e registrarne espressioni e movimenti.
 
 


Così la nostra faccia diventa una password: possiamo usarla per sbloccare il telefono o saldare i debiti con Apple Pay, il sistema di pagamento della Apple. Ma offre anche l'opportunità di fare qualcosa di più divertente: è il caso dell'Animoji, cioè delle "faccine" evolute che cambiano espressione accordandosi alla mimica facciale. Il tutto si accompagna a un processore più potente e a una doppia fotocamera da 12 megapixel. Ci sono poi iPhone 8 e 8Plus: in pratica delle versioni aggiornate dei modelli precedenti. Novità anche sul fronte Apple Tv, ora in risoluzione 4K. E non dimentichiamo l'Apple Watch che punta a svincolarsi sempre di più dallo smartphone, grazie a una connessione cellulare e LTE.

Una curiosità: l'antenna è nello schermo.
Non solo, tutti i dispositivi potranno essere ricaricati sfruttando la tecnologia senza fili. Per quel che riguarda i prezzi: l'orologio intelligente parte da 329 dollari, i nuovi smartphone migliorati da 699 dollari. Stellare, invece, è il costo dell'X. Per avere la versione base, in arrivo il tre novembre, bisogna scucire 999 dollari. Un prodotto che non sembra proprio alla portata di qualsiasi tasca. Anche se in un'intervista concessa alla rivista Forbes pochi giorni fa Tim Cook ha precisato che Apple non vuole essere un brand per "soli ricchi". Più che altro diventare un lusso popolare. Un culto pop. E il mercato gli crede. Tanto da far schizzare il valore di Cupertino dell'1,8%. Un'offerta che potrebbe spingere il colosso tech a diventare la prima società al mondo con una capitalizzazione da mille miliardi di dollari. Al momento si ferma ai "soli" 820 miliardi.

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