Apple, l'azienda ammette: abbiamo rallentato i vecchi iPhone, ma a fin di bene

Foto: Pixabay
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di Alessandro Berrettoni
Giovedì 21 Dicembre 2017, 16:28 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 14:40
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Apple ha rallentato volutamente i vecchi iPhone, ma lo ha fatto a fin di bene. L'ammissione arriva dalla stessa società americana, fondata da Steve Jobs, che si è vista costretta a replicare alle numerose critiche arrivate in queste ore sui social network. La notizia è soltanto una conferma di quello che migliaia di utenti hanno vissuto sulla propria pelle. Anzi sui propri pollici. Dopo un anno o poco più di utilizzo, comunque al secondo-terzo aggiornamento software, gli iPhone diventano un po' più lenti. E non per lo spazio esaurito, per un utilizzo superiore alla norma o per sopravvenuti incidenti. O meglio, non solo per quello. 

Si chiama obsolescenza programmata, ed è quel tipo di strategia aziendale che punta a rendere vecchio un prodotto entro un periodo prefissato, così da invogliare gli utenti a comprare l'ultimo top di gamma. L'accusa degli internauti riuniti sotto vari topic di Reddit era proprio questa: lo fate volutamente per farci comprare i nuovi iPhone. La versione ufficiale di Cupertino è leggermente diversa: sì, lo abbiamo fatto, ma per rendere la vostra esperienza utente migliore. La verità, come al solito, probabilmente sta nel mezzo. 

Tutto è partito da una discussione sul social network, ripresa e approfondita da uno studio di John Poole, fondatore di Geekbench, una di quelle compagnie che monitora le performance (il cosiddetto benchmark in gergo tecnico) dei prodotti elettronici di consumo. Secondo Poole Apple abbassava le performance della Cpu o dei processori dopo che le batterie avevano raggiunto un certo numero di cicli di ricarica. La teoria di Poole, confermata poi da Apple, è che questo sia stato fatto come risposta allo spegnimento improvviso, nonostante un buon livello di carica, di alcuni melafonini. A essere colpiti da questa misura sono stati sicuramente gli iPhone 6, 6s e anche il 7, presentato nel settembre 2016 e rimpiazzato solo da qualche settimana dall'8 e dal tanto chiaccherato X.

Il tutto è stato fatto con due aggiornamenti di iOs, il 10.2.1. e 11.2.0 di iOs. Software che tra i bug che si promettevano di risolvere annoveravano proprio lo spegnimento improvviso dei telefoni con carica apparentemente ancora disponibile. Il problema era insomma stato risolto con un'ottimizzazione del sistema per adeguarlo al deterioramento della batteria, vecchia o deteriorata che fosse. 

Apple ha risposto con una nota, in cui si difende, affermando che il suo obiettivo principale è quello di «portare la migliore esperienza possibile per i clienti». Esperienza che, prosegue l'azienda fondata da Steve Jobs, «prevede la performance generale, ma anche il prolungamento della vita dei device». Le batterie agli ioni di litio diventano progressivamente meno capaci di rispondere alle rinnovate esigenze dei nuovi sistemi operativi, ai cosiddetti picchi dovuti alla richiesta di più energia in corrispondenza di maggiori calcoli ed elaborazioni. La teoria di Apple è che il picco vada in qualche modo attenuato, facendo lavorare il processore meno, o comunque in maniera diversa, distribuendo il suo carico di lavoro in una tempistica più lunga.  Anche perché i nuovi software richiedono più energia e fanno lavorare di più le pile, che non sono sufficienti a garantire standard di performance o durata adeguati quando invecchiano o raggiungono livelli troppo bassi. Questo, spiega ancora Apple, può far sì che il telefono si spenga improvvisamente per proteggere le sue componenti. 

«Lo scorso anno abbiamo rilasciato una feature per iPhone 6, 6s e Se, per cercare di risolvere questi picchi di energia. Lo abbiamo fatto solo per prevenire lo spegnimento improvviso dei telefoni. Abbiamo quindi esteso questa pratica anche all'iPhone 7, e lo faremo anche in futuro».

Non si tratta di un complotto, insomma, ma di una strategia aziendale, messa in atto anche e soprattutto per minimizzare i danni alle batterie, che nella peggiore delle ipotesi, come è successo con i Note 7 di Samsung, potrebbero esplodere a causa del carico di lavoro eccessivo.

Il non detto è che sì, la longevità della batteria aumenta, ma essenzialmente i clienti si ritrovano a utilizzare telefoni sotto performanti, e comunque finiranno con lo stufarsi e comprarne uno nuovo. Una soluzione alternativa, in realtà, c'è, come qualcuno suggerisce, sempre su Reddit: sostituire le batterie degli iPhone, ma è una cosa complicata. Innanzitutto costa novanta euro, e poi bisogna andare in un Apple Store, fare la fila, aspettare, perché non si può fare da soli. 

Insomma, o ci si tiene un telefono meno performante di quando si è comprato, o non si aggiorna il software - con tutti i rischi che ne conseguono - oppure se ne acquista uno nuovo.

Come scrive Poole nel suo post: «Si tratta di uno stato creato per mascherare una carenza di energia». Gli utenti credono che il rallentamento sia dovuto alla Cpu e non alla batteria, e che il telefono sia da buttare. In realtà è Apple che lo ha volutamente fatto, decrementando via software la potenza del processore. «Gli utenti penseranno: "Il mio telefono è troppo lento, lo devo cambiare", e non soltanto "devo cambiare la batteria"». Non sarà un complotto, ma, conclude Poole, corrisponde «alla narrativa dell'obsolescenza programmata».

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