Ieri c'erano Hamsik, Lavezzi e Cavani, oggi Politano, Kvaratskhelia e Osimhen. E tanti altri ad onor del vero. Il comune denominatore è Walter Mazzarri. L'allenatore del Napoli si ritrova dieci anni dopo sulla panchina azzurra a guidare i campioni d'Italia in carica con un tridente stellare da rispolverare (e possibilmente affilare) con cui già si è fatto il paragone con il passato. Esercizio quasi obbligatorio adesso che Mazzarri ha raccolto il testimone dopo l'esonero di Garcia. I tre tenori con cui il tecnico toscano fu capace di conquistare l'accesso alla Champions League, la coppa Italia (battendo la Juventus all'Olimpico con reti di Cavani e Hamsik) e guadagnare un posto nel gotha della massima serie fino ad arrivare al secondo posto. Fino a sognare quel tricolore che poi gli Spalletti boys hanno raggiunto proprio grazie al tridente delle meraviglie. Tutto grazie alle magie di Hamsik, ai dribbling di Lavezzi ed all'incredibile prolificità sotto porta del Matador.
Da allora sono passati oltre dieci anni prima che dei ragazzi fenomenali con la maglia azzurra facessero faville stracciando il campionato e conquistando lo scudetto a suon di prestazioni eccellenti con il Napoli. Kvaravaggio, Osimhen - il bomber con la maschera - poi Politano, allora Lozano, oggi ancora Zielinski ed un centrocampo di fosforo e sostanza hanno mandato in estasi milioni di tifosi azzurri in tutto il mondo sciorinando un calcio spettacolare. In Italia ed anche in Europa. La squadra che da oggi è alle dipendenze di Mazzarri è praticamente la stessa dell'anno scorso. Certo, le manca un difensore come Kim Min-jae (cosa non da poco, intendiamoci), ma i ragazzi fenomenali ci sono sempre.