I tifosi si interrogano: cos’ha, Victor Osimhen, gioca con l’Atalanta? Quelli vicino a lui dicono che bisogna stare attenti con l’affaticamento muscolare perché rischia lo stiramento. Ieri ha ancora svolto lavoro personalizzato che tradotto significa un po’ di corsa, qualche scatto e poco altro. Non ha niente di grave ma continua a essere un po’ stanco e quindi con la spia rossa accesa. Poi c’è qualche maligno, si sa che in giro ce ne sono sempre tanti, che ha pronta la diagnosi: ha la malattia del pigrone. Non ditelo a Osimhen e quelli del suo entourage, però: già Victor è un tipo fumantino di suo, litigioso, cupo. Figurarsi se ascoltasse un’insinuazione simile. Francesco Calzona ha provato a dialogare con lui, ma sono giorni complicati, difficile poter fare discorsi lunghi. Da quando è tornato dalla Coppa d’Africa, è sempre più chiuso in se stesso. Con l’Atalanta (che rischia di non avere sia De Ketelaere che Koopmeiners infortunatosi in nazionale), comunque, sarà in campo. D’altronde, saltata la convocazione per le amichevoli con la Nigeria perché il Napoli glielo ha chiesto (l’attaccante avrebbe voluto raggiungere Lagos durante la sosta anche senza giocare) per sette giorni ha praticamente riposato, facendo lavoro differenziato (ma poco c’era da fare con praticamente quasi tutti via). Lo rivedremo titolare nell’anticipo di Pasqua, ore 12,30.
Le aspettative
Oggi torna a Castel Volturno il preparatore Francesco Sinatti e guiderà l’allenamento.
Il rendimento
Facile mettere in relazione la sua partenza frenata, il suo nervosismo con Rudi Garcia con la sua delusione per la mancata cessione ad agosto. I contrasti con il tecnico francese sfociarono in un paio di ammutinamenti, il più clamoroso a Bologna al momento della sostituzione dopo il rigore sbagliato. In ogni caso, è la stella del Napoli e c’è grande ottimismo sul suo impiego in questo finale di stagione, con la sua partecipazione completa agli allenamenti di oggi. Un campione unico, corteggiato dalla Premier ma con il Psg come sogno del cassetto. Difficile pensare, vista la stagione, che ci sia davvero chi si arrampicherà alla clausola da 120 milioni per il nigeriano. Aurelio De Laurentiis lo spera, ma in ogni caso si accontenterà. Con lui ha sbagliato i calcoli: la scorsa estate disse di no all’offerta araba da 130 milioni di euro, sperava in un rilancio che invece non è mai arrivato. Stavolta, starà alla finestra: chi versa la clausola se lo porta via, se c’è chi vuole uno sconto dovrà attendere. Di sicuro quei 16 milioni lordi di ingaggio (con il nigeriano, il Napoli usufruisce ancora dei vantaggi fiscali del decreto Crescita) spaventano in vista del futuro. Ma ora servono i suoi gol per la volata Champions. Lui ha fatto fino ad adesso 13 reti, in tutte le manifestazioni. Troppo poco. Tra le big ha segnato solo alla Fiorentina e al Barcellona. Solo un parente lontano dell’iradiddio di Spalletti. Nove giornate per lasciare un bel ricordo di sé.