Avellino, intervista Cristian Botturi: «Sgarbi può essere letale»

Il direttore sportivo oggi a Mantova lo conosce bene

Avellino, intervista Cristian Botturi: «Sgarbi può essere letale»
di Titti Festa
Giovedì 18 Aprile 2024, 10:27
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Per lui Lorenzo Sgarbi non è certo una sorpresa. «L'ho preso dal Renate perché mi aveva colpito subito e l'anno scorso l'ho portato alla Pro Sesto. Il fatto che ad Avellino stia maturando mi fa solo piacere». Cristian Botturi, direttore sportivo fresco di promozione in B con il Mantova, conosce bene Lorenzo “Il Magnifico”, come è stato ribattezzato dopo il gol al Benevento.

Direttore, come mai non l'ha portato con sè anche a Mantova?
«Perché ho ritenuto che non fosse adatto al contesto ambientale, e alla idea tecnico tattica iniziale.

Avellino invece fa per lui: non a caso si sta esprimendo ad ottimi livelli. D'altronde se il Napoli gli ha fatto firmare un contratto di cinque anni significa che Giuntoli, tempo fa, aveva intuito tutte le sue qualità ed il fatto che fosse un elemento di prospettiva. Non dico che deve trascinare la squadra ma sicuramente può essere l'arma letale, l'uomo capace di cambiare il volto alle partite: il suo apporto ai play off sarà fondamentale».

Con il suo Mantova sarà spettatore non interessato dei prossimi playoff dopo aver conquistato la serie B con merito e sacrificio. Che torneo è stato?
«Quando sono arrivato la scorsa estate c'era contestazione e delusione per la retrocessione precedente. Dopo il ripescaggio abbiamo costruito tutto daccapo: sono arrivati 24 giocatori in 20 giorni e abbiamo puntato sui giovani. Il nostro obiettivo era salvarci senza patemi, in anticipo, ma non è andata così perché siamo stati protagonisti di una stagione eccezionale grazie ad una conduzione tecnica ottima che ha dato alla squadra principi e stili di gioco. Insomma il nostro percorso per certi versi è simile a quello della Juve Stabia, ma non so se loro hanno tutta la rosa patrimonializzata come la nostra».

Cosa pensa della stagione dell'Avellino?
«Ci sono stati tanti investimenti economici ad inizio stagione e non solo. Perinetti ha dato princìpi e una nuova organizzazione: ha fatto un lavoro eccezionale e molto complicato. Non bisogna dimenticare il cambio di allenatore, di modulo e le difficoltà incontrate che di certo non erano prevedibili. Ora bisogna avere solo pazienza, il mio gioco di parole è voluto, e tenere altissima l'attenzione in questo finale nel quale tutto può ancora succedere».

Già a partire da domenica a Taranto?
«Capuano è uno stratega, capace di un ottimo lavoro con la sua squadra: starà caricando a mille questa sfida visto anche il legame emotivo con l'Avellino. Bisognerà non cullarsi sugli allori, continuare questa scalata cominciata dopo Giugliano e dimostrare che ci sono ancora margini di crescita e di miglioramento».

Sgarbi, Patierno ma non solo. Cosa pensa della rosa dell'Avellino?
«La rosa è competitiva, completa e ben miscelata. Patierno è il capocannoniere del girone, nei play off lui come diversi giocatori, sarà protagonista indiscusso. Ma ci tengo a dire una cosa: negli spareggi quello che conterà non sarà tanto la intensità del lavoro e degli allenamenti, quanto la gestione emotiva e psicologica. In questo sia Pazienza che Perinetti dovranno essere molto bravi: non dare troppa pressione al gruppo ma neanche poca ed insieme a loro la piazza avrà un ruolo da protagonista indiscusso».

In che senso?
«Non dovrà solo unirsi, ma essere equilibrata, intelligente, passionale e al contempo razionale quando servirà».

Quali saranno le squadre che possono puntare alla promozione secondo la lotteria dei playoff?
«Nel girone A ho visto molto bene il Vicenza: ha quadratura tecnica e sostanza, non so se Vecchi recupererà i diversi infortunati che ha ma è sicuramente una candidata ada rrivare in fondo. Nel girone B la Torres è dinamica, equilibrata e non ha nulla da perdere. Infine nel C punto tutto sul Benevento: la sconfitta del Partenio non ha scalfito ma anzi rinforzato convinzioni ed autostima e poi ha un presidente Vigorito ed un diesse come Carli: una vera Ferrari per la categoria. Occhio alla Casertana, poi, che ha una società lungimirante, che sta lavorando bene in prospettiva».

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