«Il Palermo ha un buco di 120 milioni»:
il closing ritarda, rosanero a rischio crac

"Il Palermo ha un buco di 120 mln": il closing ritarda, ora i rosanero rischiano il fallimento
"Il Palermo ha un buco di 120 mln": il closing ritarda, ora i rosanero rischiano il fallimento
Martedì 6 Giugno 2017, 12:07 - Ultimo agg. 15:24
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La procura apre un fascicolo di «atti civili» per verificare se ci siano le condizioni per avanzare al tribunale l'istanza di fallimento del Palermo calcio, dopo esposti e denunce di creditori. La società avrebbe un buco di 120 milioni. Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, sono coordinate dai pm del capoluogo siciliano Francesca Dessì e Andrea Fusco. Lo scrive il Giornale di Sicilia.

Al momento non ci sono indagati. La procura esercita il ruolo che la legge le consente anche sulle questioni civilistiche. L'obiettivo è capire se la società - si aspetta che il club passi da Maurizio Zamparini a Paul Baccaglini, ma il closing ritarda - possa essere considerata insolvente. In questo caso la procura chiederebbe il fallimento. Quest'anno la squadra è retrocessa in B.

IL LEGALE SMENTISCE «Non esiste alcuna istanza di fallimento della società Palermo Calcio presentata dalla Procura. Non esiste alcuna esposizione debitoria della società per 120 milioni e a oggi non è stata eseguita alcuna attività di acquisizione di documenti o altro da parte della Finanza». Lo dice Enrico Sanseverino, avvocato della società Palermo Calcio. 

INDAGINE APERTA DA DUE MESI L'indagine sul Palermo calcio, che attualmente non ha indagati, è stata aperta un paio di mesi fa. Al momento non c'è stato alcun controllo della Guardia di finanza sui conti del Palermo che sono comunque certificati semestralmente. Secondo i legali della società non ci sarebbero esposti da parte dei creditori. Intanto, il 'closing' per il passaggio delle quote a una società inglese è in stand-by. L'indagine potrebbe essere stata avviata dopo il blocco del fido di 2,5 milioni da parte di Unicredit, o dopo il pignoramento da parte di Riscossione Sicilia per 200 mila euro sui conti correnti del Palermo presso Unicredit, per un contenzioso relativo agli anni '93/94, ereditato dalla gestione Sensi (che negli anni '90 non era tuttavia proprietario del Palermo). Il contenzioso, secondo il patron Maurizio Zamparini, era scaduto nei termini, perciò pretestuoso e non dovuto.
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