Omaggio di Raidue a Totò: «Il suo genio è come Napoli»

Omaggio di Raidue a Totò: «Il suo genio è come Napoli»
di Luciano Giannini
Domenica 16 Aprile 2017, 18:08
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«Avevo 10 anni e già lo amavo. Quando venne a Trieste con una sua rivista, andai a vederlo e mi infilai anche in camerino per l'autografo. Ero tanto emozionato che lo chiamai eccellenza. E lui: Che cosa vuoi fare da grande?; Cantare. Mi piace la lirica; Che cosa canti?; e io, con l'incoscienza dei fanciulli, gli accennai Celeste Aida. Molti anni dopo, nel '48, ero già famoso grazie a un solo brano, Addormentarmi così, tra le tue braccia; mi esibivo al Jackie Club di Roma; entrò, mi riconobbe e mi volle al suo tavolo. Da allora nacque tra noi un'amicizia ferrea, fatta di stima e affetto. Sette anni dopo, mentre ero a New York, mi arrivò la telefonata di un dirigente della Titanus: Totò ti vuole come coprotagonista di un suo film. Credevo fosse uno scherzo...».

Dall'alto dei suoi sorprendenti 91 anni, e di una carriera lunga 75, Teddy Reno ricorda l'incontro con il Principe della risata. Lo fa a «Il nostro Totò», il programma condotto da una napoletana doc come Serena Rossi, e in onda oggi alle 23.30 su Raidue. Lo show, con cui la tv pubblica ricorda il comico a 50 anni dalla morte, è stato realizzato dal Centro di produzione Rai di Napoli con la collaborazione della Regione Campania e della Fondazione Campania dei Festival, ed è una delle tante iniziative volute per ricordare il Principe, scomparso il 15 aprile del '67. Nell'Auditorium Rai, dov'è stato registrato alcuni giorni fa, Teddy, il Gianni di «Totò, Peppino e la... malafemmina», non si limita a snocciolare aneddoti, ma mostra una invidiabile tenuta vocale, a dispetto dell'età, cantando «Chella là», «Statte vicino a me»; e «Questa piccolissima serenata», accompagnato dal suo pianista Fabio Urbani e dall'orchestra Rai di Enzo Campagnoli.

Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana, Nino Frassica, Carlo Croccolo, Isa Barzizza, Fausto Cigliano, Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Maurizio Casagrande, Francesco Scali, lo scrittore e totologo Ennio Bispuri, le sorelle «indivisibili» Angela e Marianna Fontana: tutti gli ospiti invitati a Napoli hanno il loro Totò da raccontare. Tra i tanti, c'è anche Elena Anticoli de Curtis, figlia di Liliana e nipote del Principe, che porta in studio la pergamena della laurea honoris causa alla memoria conferita al nonno dall'Università Federico II, e anche un cimelio simbolo come la sua bombetta, uno tra i tanti oggetti esposti nella prima mostra antologica a lui dedicata, «Totò genio», allestita a Palazzo Reale, a San Domenico Maggiore e al Maschio Angioino, e curata da Alessandro Nicosia e Vincenzo Mollica. «L'ha voluta la famiglia - spiega Elena - perché il pubblico riviva Totò nella vita e nell'arte». Quanto a lei, si limita a commentare: «Ho l'onore di chiamarlo nonno».

Ospiti in sala, ospiti in video. Chi non è all'Auditorium Rai di Napoli, appare su megaschermo: Benigni, Zalone, Fiorello, Verdone, Salemme, De Sica, Boldi, Sorrentino, Tornatore, Virzì. Tutti si inchinano al Principe, perché «Totò - afferma Salemme - non è napoletano, appartiene al mondo. La sua comicità si allontana da quella tipicamente partenopea. Ha uno stile più anglosassone. Totò non è napoletano, ma è certamente come Napoli, una categoria dell'anima». Lo testimoniano, tra l'altro, due sue poesie proposte da un'altra figlia del Vesuvio, Luisa Ranieri, che recita «Passione» (in italiano) e «Zuoccole, tammorre e femmene» (in lingua napoletana). Intanto, sul megaschemo, scorrono scene dei suoi film più famosi, tutte scelte dagli ospiti in studio, da «Un turco napoletano» a «Totò, Peppino e la... Malafemmina», da «La banda degli onesti» a «Totò diabolicus», da «Guardie e ladri» a «Il monaco di Monza».

«Sul set - ricorda un altro novantenne illustre, Carlo Croccolo, che è stato anche suo doppiatore - era dispettoso, combinava sfracelli e metteva a dura prova la pazienza di un regista come Mattoli, che predicava la serietà dell'attor comico. 'Na parola! Era impossibile!. Perché? Perché se Lennon cantava che la vita è bella, ma a occhi chiusi, con il Principe la vita è bella... a occhi aperti».
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