Addio a Boncompagni. Quando a 80 anni disse: «Sono ateo da sempre»

Addio a Boncompagni. Quando a 80 anni disse: «Sono ateo da sempre»
di Fabrizio Corallo
Domenica 16 Aprile 2017, 18:23
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Ottant'anni (domani) e nessun problema a raccontarli, con l'ironia di sempre. Li festeggerà in compagnia di solidi affetti, dalla ex compagna Raffaella Carrà a Renzo Arbore, preoccupato solo per «i prossimi 80 anni». Difficile azzardare una fenomenologia di Gianni Boncompagni, conduttore radiofonico, paroliere, autore televisivo e regista, passato dalle proposte radiofoniche rivoluzionarie di «Bandiera gialla» e «Alto gradimento» alla tv nazionalpopolare di «Pronto Raffaella?», dalla «Domenica in» che sdoganò l'ex diva sexy Edwige Fenech, al gineceo impazzito di «Non è la Rai» che inaugurò la sua stagione a Mediaset, senza dimenticare le canzoni firmate, da «Il mondo» di Jimmy Fontana a «Ragazzo triste» di Patty Pravo» e, naturalmente, i superhit popular «Tuta tuca», «Tanti auguri» e «A far l'amore comincia tu». È impossibile parlare di lui senza evocare la Carrà, sono stati insieme 11 anni, a partire dal 1969, ora vivono separati solo da un giardino. «Ci vediamo spesso, è vero», racconta lui, smentendo un suo probabile ritorno a Via Mazzini: «No, in non ci sono più i direttori, i funzionari. Non fanno più niente, non ci sono interlocutori. Molti non sanno leggere. Non puoi portare una proposta scritta, ma solo orale». Da sempre propenso alle battute, a ottant'anni si può permettere quasi qualsiasi cosa, compreso consigliare all'amico Arbore di smettere di pensare a un ritorno in tv, magari nel nome dell'amata «tv leggera, intelligente e imprevedibile, in cui è maestro. La tv è finita, superata, come il prefisso 06. È stata soppiantata da Internet». Nessuna nostalgia, però, nessun amarcord, Boncompagni vive nell'oggi, tutto (o quasi) ha letto, su tutto, o quasi, ha pronta una battuta al curaro. Federico Moccia neosindaco di Roseto d'Abruzzo? «È una cosa positiva. Come hanno scritto su Twitter, ora sarà occupato a fare il sindaco e quindi non potrà scrivere, né fare l'autore di Sanremo. È sindaco di 12 persone. Alcuni sono bambini. Avrà molto da fare». Vasco Rossi che, dopo ventincinque anni di relazione con la sua Laura, annuncia su Facebook l'intenzione di convolare a nozze in estate? «Sì, ho visto. Io mi sono sposato una volta, tanti anni fa, nel 1960, non l'ho più rifatto e non lo consiglierei a nessuno, lo farei solo con una sentenza del pretore. Quelli che si sposano, sono dei poveracci... chissà perchè lo fanno. Come la tv, anche il matrimonio è destinato a tramontare. Nella chiesa vicino a casa mia negli anni Sessanta c'erano molti matrimoni, con il riso, i confetti: era molto folcloristico. Ora ci sono funerali. Le cose sono due: o in chiesa non si sposa più nessuno, oppure si nascondono, si vergognano». Gli ottant'anni lo spingono a farsi serio, a non «cazzeggiare» soltanto, «cosa che pure mi riesce molto bene, mi dicono. Con Renzo, con Raffa, con Marenco ci siamo sempre divertiti, facevamo robe alla "Amici miei", ma erano altri tempi, anche se ogni tanto uno scherzaccio lo piazzo ancora».

La religione? «Sono ateo da sempre, perché non ho mai avuto amici religiosi, non ne conosco uno».
Ma come, e Arbore? «Renzo è agnostico, è di Foggia, lì non ci sono atei. Quando possiamo nel weekend andiamo in giro per mercatini, compriamo cose inutili. Renzo è un uomo molto generoso, come pochi possono immaginare». Dalla religione alla politica: «Ho sempre votato per il Pci, con la Carrà andavamo a festeggiare sotto Botteghe Oscure», ha raccontato recentemente, quasi a dire che dalla fine del Pci con la politica ha chiuso. La sua passione mai celata, piuttosto, restano le donne, ne ha lanciate davvero tante, da Ambra a Isabella Ferrari, da Claudia Gerini a Laura Freddi: «Sono tutte brave, carine e intelligenti, hanno tutte fatto carriera e non è un caso», spiega, polemico con il maschilismo berlusconiano che ha anche reso politicamente scorretto fare un complimento a una bella ragazza: «Meglio dimenticarlo quel periodo, è stata una cosa terribile. Certe intercettazioni di cui leggiamo in questi giorni sono fantascientifiche». A Boncompagni il nuovo governo tecnico piace: «Promuovo Monti, ma soprattutto la Fornero, che mi ricorda la mia professoressa di italiano al liceo. Mi dava sempre ottimi voti. Era come la Fornero: lei va, fa, sa. È una con le palle».
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