Premio Serao al Teatro San Carlo, quando la letteratura si fa musica

Premio Serao al Teatro San Carlo, quando la letteratura si fa musica
di Donatella Longobardi
Domenica 27 Maggio 2018, 08:00 - Ultimo agg. 08:06
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Lina Sastri, Rosa Feola, Maria Grazia Schiavo, Carmen Giannattasio. Tutte donne, artiste, nate in Campania. Con loro Carolina Rosi che è napoletana d'elezione essendo figlia di Francesco Rosi e moglie di Luca De Filippo. Una cinquantina di ragazzini del coro di Voci Bianche del San Carlo diretto da Stefania Rinaldi e l'orchestra del teatro con il direttore Maurizio Agostini. Sarà una serata nel segno dell'arte, della musica e della letteratura femminile il Premio Serao in programma domani sera al San Carlo. Occasione la consegna della seconda edizione del riconoscimento andato quest'anno a Aznar Nafisi, la scrittrice iraniana esule negli Stati Uniti, scelta da una giuria di giornalisti ed editorialisti de «Il «Mattino». L'anno scorso il premio letterario fu assegnato a Antonia Arslan nel corso di una serata al San Ferdinando. Ora la cerimonia al San Carlo, organizzata sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, vuole ricordare la sua cofondatrice a 126 anni dalla nascita del giornale, ma anche presentare la nuova veste grafica, più agile e moderna, che avrà il giornale da martedì. Ma già domani si avrà un assaggio del nuovo look con uno speciale dedicato al premio.

«Non sarà una celebrazione, ma un racconto che concentra l'attenzione su scrittrici di talento grazie ad artisti d'eccellenza e primedonne assolute», spiega Claudio Di Palma, regista dello spettacolo o meglio, come lui si definisce, «rilegatore di pagine diverse collegate da un identico contenuto». Perché partendo da Matilde Serao, la sua vita e la sua opera raccontate da un testo di Giuseppe Montesano, la serata curata da Di Palma diventa l'occasione per un omaggio alle eccellenze napoletane di ieri e di oggi. Sul palco anche il direttore Alessandro Barbano, in sala tra autorità, vip ed esponenti della cultura e della politica, l'inviata della Rai Lucia Goracci, cui sarà invece consegnato il Premio Serao per il giornalismo a Carinola giovedì 31. Sarà la Sastri a vestire i panni di donna Matilde in un filmato realizzato da Luca Apolito e Gian Vincenzo Nastasi per Giffoni Experience, su pagine tratte da uno dei romanzi più celebri della Serao, Il ventre di Napoli. Poi l'attrice in scena leggerà la Lettera ai napoletani della scrittrice. A lei si unirà Carolina Rosi che tesserà le fila dello spettacolo. Perché Napoli, la Serao e «Il Mattino» diventano pretesto di inusuali paralleli con la vita culturale della città e del San Carlo.
 
E non a caso sono state scelte le arie musicali affidate ai tre soprani che portano alto il nome della Campania nei più grandi teatri del mondo. Per la napoletana Maria Grazia Schiavo «Sempre libera», dalla «Traviata»; per la casertana Rosa Feola il valzer di Musetta da «Bohème»; per l'avellinese Carmen Giannattasio «Vissi d'arte», da «Tosca», ruolo che la vedrà presto debuttare a San Francisco. Tutte e tre si esibiranno insieme poi in un omaggio a Rossini, dal 1815 al 1822 direttore musicale del San Carlo, di cui cadono i 150 anni dalla scomparsa. Le parole e le note di «Era de maggio», la celebre canzone di Costa su versi di Salvatore Di Giacomo, eseguite dalle voci bianche e al pianoforte da Luigi Del Prete, accompagneranno invece la prima parte della serata che sarà aperta dall'orchestra sancarliana impegnata nell'esecuzione dell'intermezzo da «Cavalleria Rusticana». «I ragazzi si sono preparati con il consueto rigore», racconta la direttrice e anima del gruppo Stefania Rinaldi, impegnata tra un concerto al conservatorio di Benevento (ieri sera) e un altro per la Festa della Repubblica e il compleanno del Cardinale Sepe in Duomo (il 2 giugno). Più di cento i giovanissimi cantori coinvolti nel progetto, e la loro presenza vuole essere un buon augurio per il futuro del teatro, del giornale e di Napoli. L'intera serata scorrerà tra cronaca, musica e letteratura, anche se il clou sarà naturalmente la consegna del premio alla Nafisi: un'opera di Mimmo Paladino.
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