La mia storia infinita
con Bellavista

La mia storia infinita con Bellavista
di Luciano De Crescenzo
Mercoledì 26 Settembre 2018, 08:38 - Ultimo agg. 09:39
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​Sono stato fortunato. No, non mi riferisco al titolo del mio ultimo libro. Sono stato fortunato perché sono qui, all’età di novant’anni, sul punto di vedere esaudito un sogno che nemmeno sapevo di avere. Il mio libro «Così parlò Bellavista» in scena al teatro San Carlo. Chi lo avrebbe mai detto. Scrivi un libro, ed è un po’ come assistere alla nascita di un figlio. Poi, un giorno, da questo libro viene fuori un film, e molti anni dopo, quando pensi che ormai abbia fatto il suo percorso, da quelle pagine nasce uno spettacolo teatrale. A questo punto sognare non costa niente, e non è detto che possa nascere anche un musical, un cartoon o un fumetto. 
Ora, se dovessi descrivere questa emozione, lo farei così: immaginate un omino che vi solletica lo stomaco, però da dentro. Inizialmente sentireste un leggero formicolio, poi, man mano che il solletico aumenta, vi ritrovereste travolti da una risata così contagiosa da suscitare un sorriso in chiunque incroci il vostro sguardo. Ecco io sono qui, con lo stomaco in subbuglio e il sorriso stampato sul volto, in attesa di una nuova prima volta. Penso al primo incontro con Alessandro Siani, e poi a Geppy, Marisa, Benedetto e all’intera compagnia che sta per salire sul palco del teatro più bello del mondo. Senza di loro oggi non mi ritroverei in balia di questo piacevole formicolio, in attesa di vivere uno dei momenti più emozionanti della mia esistenza. E così, se qualcuno oggi mi chiedesse come vedo il mio futuro, risponderei: «Perché accontentarmi del futuro, quando posso concentrarmi su questo meraviglioso presente?».
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