«Diana & Lady D», Serena Autieri è la “principessa triste" sul palco del Lendi

«Diana & Lady D», Serena Autieri è la “principessa triste" sul palco del Lendi
di Giuliana Covella
Venerdì 22 Dicembre 2017, 11:53
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Ancora oggi, a distanza di vent’anni, la sua morte resta ancora un mistero. Nessuno sa quali furono realmente le cause dell’incidente avvenuto, nell’agosto di 20 anni, nella galleria che passa sotto il Ponte de l'Alma a Parigi. Eppure la storia di Diana Spencer, per tutti Lady D, continua ad appassionare in tutto il mondo. Tanto che su di lei è stato realizzato uno spettacolo, il primo in assoluto, che vede protagonista Serena Autieri. L’attrice chiuderà con questo allestimento la prima parte della stagione 2017/2018 del Teatro Lendi, in via Alessandro Volta 176 (Strada provinciale Grumo Nevano-Sant’Arpino), nelle vesti di protagonista in “Diana & Lady D”, in programma dal 26 dicembre, alle 21 (in replica il 27 e il 28 dicembre). Lo spettacolo è scritto e diretto da Vincenzo Incenzo. La Autieri inscena sul palco una performance verbale e fisica dai contrasti sorprendenti, facendo rivivere al pubblico l’ultima notte della principessa del popolo in un flusso di coscienza intenso e poetico, dove lampeggiano l’infanzia difficile di Diana, la stagione felice dell’adolescenza, il legame controverso con Carlo, le maestose cerimonie reali, le raggianti apparizioni nella moda e nella mondanità, il volontariato spettacolare, i discutibili amanti, la solitudine e il dramma finale. Fino al sorprendente epilogo che colpirà il cuore di ogni spettatore. Il 31 agosto 1997 è la sera dell’incidente. Diana sta per lasciare l’appartamento all’Hotel Ritz di Parigi e raggiungere Dodi Al-Fayed, il suo compagno, in auto. Un ultimo colpo di cipria allo specchio ed ecco l’immagine riflessa, l’altra parte di sé: Lady D. È un susseguirsi di colpe, un turbinio di accuse, fino addirittura allo scontro fisico, ma è anche il tentativo estremo di essere ascoltate, comprese, abbracciate.

Il palco si fa luogo dell’anima e aldilà grazie al disegno scenico del premio Oscar Gianni Quaranta. Le luci di A.J.Weissbard inventano suggestioni intense, sdoganando spazio e tempo. Le cadute e le resurrezioni vengono tratteggiate dalle ballerine di Bill Goodson. La luce e il colore incontrano la poesia nei vestiti di Silvia Frattolillo, costumista storica del teatro italiano. Immanente è la musica, a raccontare un cuore e un’epoca, con inediti e successi planetari registrati tra Londra e Los Angeles da musicisti di fama mondiale.
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