E aggiunge: «Amleto è stato il mio motore nascosto, la mia energia segreta quando recitavo Gadda e Camus, l'ho esplorato per tre anni all'Accademia dove sapevamo a memoria ogni pagina, un fiume di energia spudorata, divertimento, una fatica immensi.» Fabrizio Gifuni per questo progetto ha lavorato strettamente con il maestro Marrone alla drammaturgia trovando delle consonanze, armonie e attriti che attraversano i cinque atti tragici: ci sono momenti in cui regna la voce in assoluta solitudine, mentre in altri le note vibrano in autonomia.
Confessa Gifuni: «Su musiche bellissime, potenti che sono sfondo sonoro e contrappunto di una doppia drammaturgia lavorare con un'orchestra di trenta elementi è un'esperienza assoluta. Scopri che il lavoro di attore è anche strumentale, corpo e voce sono il mio strumento e all'interno dell'orchestra cerco di accontentarlo».