Carlo Buccirosso porta 'I promessi Sposi' alla Sala Umberto: “Riadattati a modo mio”

Carlo Buccirosso porta 'I promessi Sposi' alla Sala Umberto: “Riadattati a modo mio”
di Giancarlo Leone
Mercoledì 21 Dicembre 2016, 10:03 - Ultimo agg. 10:47
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Una rivisitazione (tutta da ridere) del classico manzoniano per Carlo Buccirosso che va in scena con Il divorzio dei compromessi sposi. 

Affascinato dal Romanzo a scuola?
«Al contrario. Non mi è mai piaciuto. Quando lo studiavo mi annoiava e rattristava. Per questo motivo ho sentito il bisogno di renderlo più allegro, riscrivendolo a modo mio». 

Manzoni si rivolterà nella tomba?
«Alcuni personaggi li ho dovuti eliminare per esigenze di tempo, la Monaca di Monza, per esempio».

Una sorta di bignami
«Questa storia la si può raccontare in tre parole: ci sono due persone che si vogliono sposare e una terza che non vuole. Condensato in due ore e un quarto, credo che sia uno spettacolo di un certo spessore».

Buccirosso in scena? 
«Sono Don Rodrigo, un usurario dell'entroterra campano trapiantato sul lago di Como. Sono un cattivo che non fa più paura, anzi quando morirò renderò tristi molte persone». 

I Promessi e gli altri?
«Renzo, un fanciullotto irascibile, Lucia, ingenua e capricciosa, tanto da far diventare isterica la madre Agnese. C'è l'Innominato, Don Abbondio, forse il più simile all'originale e Perpetua».

Divertente
«Di sicuro, anche se non è una parodia; la considero una vera operetta».

Canzoni quindi?
«Sì, diciotto brani veri evergreen, come Tammuriata nera o Margherita».

Lei vuole far ridere, ma non solo
«Mi piace comunicare emozioni, far riflettere, se riesco anche a far ridere, meglio, ma non è quello lo scopo principale».

Progetti
«Il primo dell'anno sarò a Domenica In con la compagnia; poi al cinema con due film: Mamma o papà con Paola Cortellesi e Antonio Albanese e Nun è Napulè, un musical metropolitano dei Manetti Bros.
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