Al Mann Enzo Decaro racconta la poesia di Totò

Al Mann Enzo Decaro racconta la poesia di Totò
di Rossella Grasso
Lunedì 24 Aprile 2017, 16:02
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“Io sono un trascrittore di pensieri, più che uno scrittore”. Diceva così Totò a chi gli chiedeva del suo lato più personale che spesso si tramutava in parole scritte nero su bianco. È proprio questo lato meno conosciuto sarà il protagonista dello spettacolo di Enzo Decaro e Liliana de Curtis dal titolo “In arte…Totò”, in scena nel Salone della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in occasione del Festival MANN. Attraverso le parole recitate dall’attore partenopeo con l’accompagnamento di chitarra e pianoforte di Riccardo Cimino, il recital ripercorre il mondo poetico e musicale di Antonio de Curtis, scendendo nel fondo della sua anima più poetica. Enzo Decaro intervistato da Andrea Laurenzi, direttore artistico del Festival MANN, ha raccontato questo aspetto poco conosciuto e da lui scoperto insieme alla figlia dell’attore, Liliana de Curtis.
 

Antonio de Curtis e Totò, due facce della stessa medaglia che non si incontravano mai: o c’era l’uno o c’era l’altro. L’uno celebre per battute e macchiette indimenticabili l’altro sconosciuto ai più che scriveva versi su piccoli pezzi di carta e sui pacchetti delle sue sigarette. Versi pieni di poesia e di riflessione acuta sul mondo come “'A verità vurria sapè che simme/'ncopp' a sta terra e che rappresentamme:/gente e passaggio, furastiere simme;/quanno s'è fatta ll'ora ce ne jammo!”. Antonio de Curtis preferiva scrivere nel suo dialetto, la lingua della sua anima che gli risuonava familiare e armonica, ma ha scritto tanto anche in italiano.

“Voglio condividere quello che ho scoperto – ha detto Enzo Decaro - accedendo alle sue carte private, che per me è molto superiore a quanto mi aspettassi. Così ho capito quanto il percorso artistico di Totò avesse in cabina di regia Antonio de Curtis”. Infatti si racconta che a un certo punto Totò ammettesse di aver creato dei personaggi per poi darli in pasto a Totò. Enzo Decaro ha deciso di portare sul palco questo aspetto delicato e privato di Totò perché, ha scpiegato, “Vorrei gettare il dubbio, il seme della ricerca in tante persone per andare oltre Totò a cercare la grande vena poetica e ispirativa di Antonio de Curtis poeta, che credo essere uno dei più grandi del nostro ‘900”.
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