Sanremo parte lento: lo sveglia Rocco Hunt

Sanremo parte lento: lo sveglia Rocco Hunt
di ​Federico Vacalebre - INVIATO
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 09:07 - Ultimo agg. 10:39
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Sanremo - A Carnevale ogni scherzo vale. Anche tenere insieme l'omaggio/oltraggio sinfonico a David Bowie sulle note di «Starman» e la cavalcata nella storia dei primi sessantacinque Festival, da «Grazie dei fiori» a «Grande amore», gioco irresistibile e perverso che mette in fila capolavori e horror-kitsch, capiscuola e desaparecidos . Carlo Conti indossa la maschera di se stesso, Tale e Quale all'edizione 2015, sperando di non perdere troppo nell'autoconfronto: il direttore di Raiuno Giancarlo Leone, sempre più incerto sulla sua poltrona, si accontenterebbe di una media del 43 per cento rispetto al 48 e mezzo da record dell'anno scorso. 

Virginia Raffaele, trasformista di mestiere, veste i panni di una Sabrina Ferilli coattissima, tornata sul luogo del delitto a vent'anni dall'edizione in cui fece da valletta a Baudo. Madalina Ghenea sarebbe un peccato travestirla, basta vederla scendere le scale per sognare la scena del nudo integrale in «Youth», ma invece lei è vestitissima: sprecata in tigrato e bellissima in nero e nel gioco di trasparenze dell'ultimo abito (sempre Ferretti), stenta ad andare oltre il ruolo della bella statuina. Gabriel Garko è il mascherone di se stesso, poco oscuro oggetto del desiderio nazionalpopolare, don Giovanni postmoderno e mitraglietta di parole a perdere, sex symbol con qualche problema di lettura a distanza.

Laura Pausini fa come quelli che arrivano «in borghese» a una festa mascherata e rivive commossa i suoi giorni festivalieri tra «La solitudine» e «Strani amori» prima di urlare, dopo aver intonato il suo hit più recente: «Se siamo simili siamo tutti uguali, e dobbiamo unirci e non dividerci» e chi vuole capire ha capito, gli altri no e nessuno protesterà, come per le coccarde arcobaleno di Noemi, Arisa, Ruggeri, Bluvertigo e Fornaciari, gesto di testimonianza pro Cirinnà. A torso nudo, Aldo, Giovanni e Giacomo, premiati per i 25 anni di carriera, tornano nella preistoria con uno dei loro sketch celebri, ma non strappano le risate necessarie. Elton John, senza il temuto (dalla tribù del Family Day) marito David Furnish al seguito, veste da Carnevale tutto l'anno e stavolta è persino sobrio, con i successi di ieri che oscurano il nuovo singolo «Blu wonderful»: non c'è, e non può esserci, confronto che tenga con «Your song» e «Sorry (seems to be the hardest word)».

La partenza è lenta, la gara canora spera di archiviare la finta partenza scandalistica. L'ultima a cadere nella trappola è stata la Meloni: «Mamma Rai dà l'utero in affitto a Elton John per uno spot pro adozioni gay. Ma invece di farsi pagare come le altre, paga lei». «Ma se lui è uno spot per i gay, i Pooh che sono, una marchetta per l'Inps?», sfotte in diretta la Raffaele/Ferilli, che poi rilancia: «Finalmente arriva Elton John, così se mettemo l'anima in pace noi e Giovanardi. Che poi, è un uomo sposato con prole, come te», dice a Conti, «solo che tu sei di colore e tuo figlio è bianco». Poi Sir Reginald Dwight canta: quando ha scritto «Your song», 1969, la leader dei Fratelli d'Italia non era ancora nata, ma il fascino melodico di un brano quasi perfetto è rimasto intatto e tutto questo Giorgia non lo sa. O, forse, giudicherà uno spottone pro-adozioni omosex anche il racconto della popstar: «Ho fatto una lunga strada, non avrei mai pensato di essere ancora qui, di avere dei figli e di fare la vita che ho fatto».

Così, non resta che la gara: dieci Campioni, veri e presunti, l'altra metà sfilerà oggi (occhio a Clementino, Neffa, Patty Pravo, Elio e le Storie Tese) con i primi quattro Giovani, sottoposti al voto incrociato di televoto e sala stampa, fifty-fifty. Si comincia con Lorenzo Fragola, che ha voce e simpatia, ma nemmeno quest'anno la canzone: «Infinite volte» potrebbe andare bene in classifica, ma è una mengonata senza Mengoni. Rocco Hunt è l'unica iniezione di ritmo, «Wake up» è un tormentone prossimo venturo, e non solo per la generazione del nuovo neapolitan power. «Via di qui» lancia la coppia Giovanni Caccamo-Deborah Iurato: Giuliano Sangiorgi l'aveva scritta solo per lui, raffinata scommessa discografica di Caterina Caselli, ma Conti voleva un duetto ed ecco spuntare l'ex vincitrice di «Amici» che normalizza la raffinata introduzione del collega, ottenendo il doppio effetto di rendere il pezzo più banale e più papabile per la vittoria.

Oneste le esibizioni di Stadio («Un giorno mi dirai», con un Curreri non in forma), Arisa («Guardando il cielo», bella voce e abito inguardabile) e Ruggeri («Il primo amore non si scorda mai»). Alla fine la prima classifica parziale vede a rischio di eliminazione Noemi, che paga pegno per una scialba interpretazione di «La borsa di una donna», incapace di valorizzare l'appeal scabroso di una radiografia sentimentale affidatole da Masini; i Bluvertigo, con Morgan svociato alle prese della raffinata «Semplicemente»; Irene Fornaciari («Blu»); i Dear Jack, puniti per l'anonimo appeal di «Mezzo respiro». Per la rossa interprete e per la teen-band il ripescaggio nella serata di venerdì sarà più facile che per la figlia di Zucchero e il gruppo riformato per l'occasione. Stasera, intanto, arrivano Nicole Kidman, Eros Ramazzotti, Ezio Bosso con il suo pianoforte e la sua sofferenza, ma anche Nino Frassica, che ha preparato una doppia intervista con Garko alla sua maniera. Un gioco tra sex symbol?
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