Sanremo. «Così la giuria di qualità ha bocciato Rocco Hunt»

Sanremo. «Così la giuria di qualità ha bocciato Rocco Hunt»
di Federico Vacalebre
Martedì 16 Febbraio 2016, 11:22 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 13:44
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Inviato a SanremoSabato scorso, quando Carlo Conti li ha presentati al pubblico seduti sulle poltroncine rosse dell'Ariston, i giurati di qualità il loro parere sul sessantaseiesimo Sanremo l'hanno espresso in maniera indiretta: hanno lodato i Giovani per dire, senza troppo clamore, che i Campioni li avevano delusi.

Poi hanno votato compatti per gli Stadio, che primeggiavano anche nelle classifiche del televoto e della giuria demoscopica, e per Francesca Michielin. E fini qui, era facile, anche perché si trattava di confermare il verdetto popolare che per il terzo posto vedeva una gara apertissima tra Rocco Hunt, la coppia Giovanni Caccamo e Deborah Jurato, ma anche Enrico Ruggeri (ben piazzato grazie all'apporto demoscopico) e Lorenzo Fragola (secondo solo alla band di «Un giorno mi dirai» nei gusti dei televotanti). A questo punto, il plotone capitanato da Franz Di Cioccio, storico batterista della Pfm sembra aver messo in atto una precisa strategia per portare sul podio la coppia siciliana. Ha corretto se stesso ribassando il 6,25% di voti espresso per il rapper di «Wake up» il giorno prima a un misero 1,25%, ha ritoccato verso il basso anche il rocker di «Il primo amore non si scorda mai» (dal 10% a 8,75%) e ha raddoppiato la quotazione (da 5,63 a 10,63) del tandem di «Via da qui».«Sono stato l'unico a spingere per valorizzare Rocco Hunt, e anche Clementino, anche se non avevano bisogno di vincere, stanno già sfondando alla radio, ma mi piace scommettere sui ragazzi che meritano», rivela uno dei giurati esperti, Federico l'Olandese Volante che, poi, in diretta su Radio Marte, durante un'intervista a trabocchetto di Gianni Simioli, aggiunge: «A Paola Maugeri il salernitano non piaceva per niente, per non dire di Laura Valente: lei lo odia proprio». Parole sfuggite grazie anche alle esche lanciate dal conduttore della «Radiazza».

«È stato un festival molto renziano», continua lo storico dj. A declassare i due rapper campani sarebbero state così la Maugeri, esperta conduttrice musicale, che pure non nega l'ipotesi di essere stata proprio lei «a cambiare idea: è umano e nelle logiche di questi verdetti», e la Valente, ex voce dei Matia Bazar e vedova di Mango. Con loro a votare c'era anche Fausto Brizzi, che però scrive sul «Corriere della Sera» di aver preferito, dietro agli Stadio, Enrico Ruggeri, la Michielin e «Rocco Hunt e le sue rime imprevedibili». Nicoletta Mantovani (vedova di Pavarotti e manager lirica), Massimiliano Pani (musicista, produttore e figlio di Mina), Valentina Correani non svelano le proprie decisioni. Ma i due cantanti in qualche modo buttati giù dal podio - Rocco Hunt e Ruggeri se lo sarebbero giocato sino alla fine per pochi decimali se i giurati di qualità avessero confermato sabato quanto ratificato venerdì - reagiscono a modo loro.

Rouge twitta sarcastico: «Esperti o amici di qualcuno? Lo dico col sorriso sulle labbra, per me non cambia nulla». In sintonia il giovane collega, che intanto ha superato i due milioni di visualizzazioni della sua canzone festivaliera: «Per me le giurie restano un mistero, ho capito che qualcuno temeva che potessi arrivare nella zona premi, non ho capito perché, se non piaceva il mio brano, se non piaceva l'uso del nostro dialetto, se addirittura non piaceva il rap, a cui Carlo Conti ha coraggiosamente aperto quest'anno le porte. Ma poco importa, meglio vincere nelle radio, nelle classifiche di vendita dei dischi e, soprattutto, nel cuore della mia gente, che con l'apporto di chi non è in sintonia con la musica che ci gira intorno, di chi si arroga il diritto di dare addirittura zero a qualche cantante e, magari, per bocciare la generazione talent chiude le porte in faccia anche al fenomeno hip hop.

I podi durano una settimana, le canzoni che devono restare restano». La gioiosa macchina da televoto di «Nu juorno buono», comunque, stavolta ha funzionato un po' di meno, nonostante il pressing messo in atto su tutti i social network e una campagna quasi porta a porta nel Salernitano: forse la canzone del 2016 è piaciuta di meno; forse la concorrenza dell'amico Clementino si è fatta sentire; forse, soprattutto sabato sera, la fan base campana è stata più che distratta dalla partita Juventus-Napoli.

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