Sanremo, beffa per Rocco Hunt: gli esperti hanno ribaltato i voti

Sanremo, beffa per Rocco Hunt: gli esperti hanno ribaltato i voti
di Federico Vacalebre - INVIATO
Lunedì 15 Febbraio 2016, 13:24 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 09:10
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SANREMO - La social-izzazione di Sanremo, nel senso della sua capacità di estendersi su Facebook & Twitter, la sua capacità di recuperare fasce giovanili sempre più in fuga dalla tv generalista è dovuta anche alla presenza del mucchio selvaggio dei ragazzotti dei talent show e dei capocannonieri del rap napoletano, ma cozza con il verdetto finale, che non valorizza né gli uni né gli altri, anzi.

Il podio, sia chiaro, è frutto di un risultato univoco: vincono gli Stadio, che hanno messo le ali dopo la serata delle cover con un piccolo aiuto del fantasma di Lucio Dalla oltre che degli endorsement di Vasco Rossi, con il 42,74% (43,99 dal televoto; 35,89 della giuria demoscopica; 47,92 addirittura dagli esperti), davanti a Francesca Michielin (29,58; 34,72; 27,08) e Giovanni Caccamo e Deborah Iurato (26,43; 29,39; 25). E fin qui tutto funziona e, per una volta, il risultato non è malaccio, premiando una delle band storiche del rock italiano sia pure per una canzone senza infamia e senza lode («Un giorno mi dirai»), l’emergente grazia irregolare di Francesca Michielin («Nessun grado di separazione») e il duetto-missione impossibile di «Via di qui», ovvero un Giuliano Sangiorgi d’annata che Giovanni Caccamo cesella con raffinato appeal per poi lasciare a Deborah Iurato il compito di portarlo alle masse sanremesi, puntando tutto sull’effetto mainstream.

A controllare come si è arrivati al verdetto finale di sabato notte, scopriamo però che sino alla corsa a 16 la classifica era molto corta e, soprattutto, che la giuria dei saggi ha molto penalizzato Clementino (3,75%) e ancor di più Rocco Hunt. Il ragazzo di «Wake up» aveva vinto la prima manche ed era arrivato secondo, dietro agli Stadio, venerdì sera, unico a riuscire a mettere insieme televoto e sala stampa, dove non ha avuto rivali; nella penultima sera, peraltro, anche gli «esperti» guidati da Franz Di Cioccio gli avevano riservato un lunsinghiero 6,25% della loro dotazione.

Sabato, invece, hanno cambiato idea, abbassando il suo rank a un miserrimo 1,25%. E hanno cambiato idea anche sulla coppia sicula promossa - quasi a mettere al sicuro il risultato - da un 5,63% a quasi il doppio, 10,63%. Con il risultato di promuovere sul podio il duetto e di escludere la star hip hop, finita a quel punto nona. Come largamente previsto, insomma, il batterista della Pfm ed i suoi compagni d’avventura (Nicoletta Mantovani, Massimiliano Pani, Federico l’Olandese Volante, l’ex cantante dei Matia Bazar e vedova di Mango Laura Valente, Valentina Corrreani e Paola Maugeri) hanno maltrattato il rap, e ancor di più i divetti da talent Scanu (0 spaccato), Bernabei (0 spaccato), Annalisa (0,63%), ma non altri colleghi di nidiata come la Michielin («X Factor») e la Iurato («Amici»).
Se si vuole che l’hip hop sia ancora rappresentato in futuro al Festival Carlo Conti dovra dargli voce anche nella giuria dei presunti esperti. Che peraltro, si sono limitati a vidimare il verdetto popolare buttando forse fuori dal podio (la differenza è di pochi decimali) Rocco Hunt senza far nulla per segnalare il piccolo capolavoro comico-canoro di Elio e le Storie Tese, «Vincere l’odio», che porta a casa appena un 4,38 per cento, meno della metà del pezzo di Caccamo-Iurato.

«Non ci siamo messi d’accordo su chi votare, ma su come votare», spiega il presidente Di Cioccio: «Abbiamo studiato i testi e lodato le vocalità, ce ne erano molte eccellenti, mentre quest’anno non ce n’era uno che spiccava subito. È bello che tutte e tre le giurie si siano concentrate sugli Stadio, grandissimi, sulla Michielin, intrigante, su un bel duetto. Non potevamo valorizzare tutti, votare tutti. Ho amato “Nu juorno buono”, quest’anno il pezzo del rapper salernitano era meno esplosivo, ma sono convinto che Rocco Hunt andrà lontano». «Io ho voluto premiare l’autenticità», rivendica la Maugeri, storica conduttrice musicale, «e con il premio agli Stadio l’abbiamo fatto in pieno. Poi può essere successo che da una serata all’altro io, come qualcun altro della giuria di qualità, abbiamo mutato idea, che un pezzo sia stato interpretato diversamente, o mi sia arrivato diversamente».
Tutto lecito, certo.

Sta di fatto che il rapper ha vinto la prima serata, è stato il più votato dalla sala stampa, si è piazzato secondo in classifica nella quarta. Poi, sabato, quando si è azzerato tutto ed era in zona podio secondo televoto e giuria demoscopica, è finito nono grazie all’intervento degli esperti.

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