Capossela alla ricerca dei Coppoloni perduti

Vinicio Capossela nel paese dei Coppolini. Federico Vacalebre racconta il film
Vinicio Capossela nel paese dei Coppolini. Federico Vacalebre racconta il film
di Federico Vacalebre
Mercoledì 20 Gennaio 2016, 15:28 - Ultimo agg. 16:16
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L'ha presentato in anteprima al cinema Nuovo di Lioni, Coppolone tra i Coppoloni, ulteriore segno di appartenenza dello chansonnier-scrittore-paesologo al «pianeta» Calitri: «Vinicio Capossela - Nel paese dei Coppoloni», nei cinema ancora solo oggi, non è un semplice omaggio del cantautore alle sue radici, una banale appendice del suo «Sponz fest» e delle celebrazioni per i primi 25 anni di carriera, ma molto di più. Una sorta di taccuino di un viaggio interiore: «Chi siete, a chi appartenete, cosa andate cercando», ripete il protagonista Vinicio come in un mantra rurale, attraversando panorami deserti degni di Wenders, vicoli dove non batte il sole e non pulsa più la vita, se non quando il profumo delle cannazze e delle braciole restituisce loro un’appartenenza rituale.
Le vie dei canti paterni portano Capossela tra memorie di sposalizi e di viandanti, di stazioni e di emigranti («ha unito la gente più la ferrovia che l’alfabeto»), di «mammenonne» e animali mitologici. Tra la Banda della Posta, il crooner tenorile Ciccillo Di Benedetto/Cicc Bennett, la colonna sonora è un’anticipazione dal suo prossimo, atteso, album, «Le canzoni della Cupa», quasi a continuare il percorso alla ricerca del tempo perduto iniziato con il romanzo che ha suggerito il titolo anche al docufilm diretto da Stefano Obino: tra cunti popolari calitrani ed echi dei maestri Matteo Salvatore e Otello Profazio, Capossela ridà voce e orgoglio a una terra senza voce e orgoglio, ridà senso a una terra ridotta senza senso dalla continua spoliazione: un vuoto, polemizza il più creativo dei cantautori italiani, che qualcuno vorrebbe riempire solo di pale eoliche, trivelle e discariche. Calitri diventa così il simbolo dell’Italia violentata e afona, Vinicio il suo ultimo cantore, aedo avremmo detto un tempo, possibile.
Diecimila circa i biglietti strappati nella prima giornata di programmazione, ieri: solo i film con DiCaprio, Zalone e Stallone hanno fatto meglio.
 

 
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