The Andrè, un nuovo cantante anonimo: con la voce di Faber canta Liberato

The Andrè, un nuovo cantante anonimo: con la voce di Faber canta Liberato
di Andrea Spinelli
Sabato 16 Giugno 2018, 09:22 - Ultimo agg. 09:39
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È l’impostore di lusso della canzone italiana e domani debutta a a Sulzano (Brescia) con il suo primo tour, atteso il 10 agosto pure al «Bella storia social music festival» all’area fieristica di Venticano (Avellino). Lui è The Andrè, lo youtuber italiano del momento, quello che canta «Habibi» di Ghali, «Perdonami» di Salmo, «Scooteroni» di Marracash & Guè Pequeno, «Diego Armando Maradona» della Dark Polo Gang come fossero «La cattiva strada» o «Creuza de ma». «Cupido» di Sfera Ebbasta la duetta addirittura con Dolcenera, dando vita ad un incontro segnato dal destino per uno che canta con la voce di Faber. Di The Andrè («per evitare problemi legali pensato di giocare sull’articolo inglese come The Niro o The Giornalisti, anche se nessuno della famiglia del diretto interessato, fino a questo momento, ha avuto qualcosa da ridire») si sa solo che ha tra i 22 e i 28 anni e che studia letteratura all’università di Milano. Il resto è un mistero da provare a scalfire in questo suo primo tour. «Al di là della tessitura vocale simile, molta della somiglianza fra la voce mia e quella del mito De Andrè viene dall’aver imparato a cantare e a suonare grazie alle sue canzoni» spiega il mister x da oltre tre milioni di visualizzazioni. «Il mio album preferito? Al momento “Volume 8”, ma i gusti sono variabili perché amo tutta la sua discografia».



Scusi, lei da dove viene?
«Dal Nord. Nell’ultima intervista ho dichiarato: Friuli Venezia Giulia».

Dall’accento non si direbbe, come non si direbbe ligure. Piuttosto lombardo o veneto. Ma come pretende di andare in scena rimanendo un signor nessuno? 
«Il mio primo e unico concerto, finora l’ho fatto al Live Club di Trezzo sull’Adda durante il raduno di Feudalesimo e Libertà del mese scorso, suonando col cappuccio della felpa in testa e gli occhiali da sole. Ora devo trovare un look un po’ più estivo per evitare di soffocare dal caldo».

Tutto già visto. Col pensiero a De Andrè, pensa di diventare il Liberato dei caruggi?
«Il mio anonimato non è un’operazione di marketing come quella di Liberato, ma fa solo parte del gioco. In quel che faccio un po’ della suggestione è data anche dal fatto che ciascuno può immaginarmi come crede. Per questo voglio comparire il meno possibile. Pure dal vivo». 

Però tra le sue cover su YouTube c’è anche «9 maggio», intonata con voce e accento deandriani doc.
«Perché il pezzo merita, anche se io non uso sosia nè seguo la sua strada». 

 


Il suo album su Spotify s’intitola «De Andrè canta la trap». Che pubblico pensa di avere? De Andreiano o trappano, pardon trappista?
«Non ho avuto ancora modo di farmene un’idea precisa, ma credo sia abbastanza adulto da conoscere De Andrè e abbastanza giovane da seguire la trap. Non sono fan del rap, ma lo trovo divertente con la mia voce alla De Andrè». 
Ha mai pensato di interpretare cover del suo artista di riferimento come facevano dal vivo gli Audio 2 con Battisti?
«Parte del pubblico me lo chiede, ma non lo farei mai: un imitatore di De Andrè che fa De Andrè diventa automaticamente la brutta copia di De Andrè». 
Ma il gioco è bello quando dura poco.
«Sono consapevole di dover cambiare. Tant’è che nell’ultimo mese, mi sono spostato dalla trap all’indie riprendendo alla mia maniera pezzi di Coez, di Capoplaza, di Calcutta, dello Stato Sociale. Sto esplorando altri mondi per capire dove posso arrivare».
Il nome Roberto Scozzi le dice niente?
«No. Ah, sì l’Anonimo Italiano che cantava canzoni d’amore con una voce simil Baglioni. Ma io faccio altro. La butto sull’ironia. Amo Springsteen e i cantautori italiani anni ‘70 come Dalla, Guccini e Battisti. Ma la mia formula, per funzionare, richiede pezzi lontani dalla poetica di De Andrè. “Emozioni”, ad esempio, pur discostandosene, non è diametralmente opposta come un testo di Sfera Ebbasta». 
Dal vivo si esibirà da solo?
«No, con un altro musicista; a volte chitarrista, altre tastierista».
Niente coriste con la voce di Dori Ghezzi?
«No. Ma, se ne conosce una, me la presenti».
 
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