Rkomi: «Abbasso i rapper maledetti, meglio poeti»

Rkomi: «Abbasso i rapper maledetti, meglio poeti»
di Francesca Cicatelli
Giovedì 14 Settembre 2017, 14:24 - Ultimo agg. 14:59
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Un rapper non conventional. Ha abbandonato l'aria aggressiva e i cappucci per dribblare i fan a favore della giovialità e della poesia.

Rkomi, nome d'arte di Mirko Martorana considerato, poco più che 20enne, uno dei talenti e delle penne più interessanti della nuova scena rap italiana, non ha lesinato abbracci, pacche sulle spalle e asciugato pianti alla Feltrinelli di piazza Garibaldi a Napoli in occasione del firmacopie. Non ha continuato gli studi perché non era pronto a sacrifici da chef (aveva iniziato l'alberghiero) ma con Napoli ha in comune la passione per il buon cibo e per la cucina e uno zio che ha un ristorante napoletano a Milano.
 


Si preoccupa di risollevare gli animi, perché non «vi è morto il gatto» e si scusa con un «perdonami bro» quando non può soddisfare tutti i desideri dei seguaci. Lancia sondaggi ad personam preoccupandosi di chiedere qual è la canzone che amano di più del nuovo album "Io in terra" appena uscito. Così tra chi si tatua le sue canzoni sul braccio, chi si fionda in libreria in tenuta da rapper o in tuta per farsi autografare gli abiti e un abbraccio dei suoi "colleghi" napoletani come Enzo Dong (venuto a salutarlo) si racconta nella videointervista a Il Mattino. 

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