Red Canzian al Mattino: «Nel mio secondo tempo ritorno al rock»

Red Canzian al Mattino: «Nel mio secondo tempo ritorno al rock»
di Federico Vacalebre
Martedì 13 Marzo 2018, 11:20 - Ultimo agg. 11:29
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Passata la buriana sanremese senza troppi clamori - tv a parte - per il pop italiano questa è stagione della semina: incontri, firmacopie e showcase lanciano album e/o tour. Succede così che ieri si siano ritrovati a Napoli Emma (di nuovo ospite del sito de «Il Mattino» ed attesa a Napoli il 28 maggio al Palapartenope e, poi, il 7 giugno, tra i protagonisti dell'omaggio a Pino Daniele), Ron (di scena nel pomeriggio al Mondadori Bookstore con l'omaggio dalliano di «Lucio!» e Red Canzian (oggi atteso alle 18 all'Auchan di Mugnano).

L'ex Pooh è agguerritissimo, il debutto solista all'Ariston lo ha galvanizzato, non tanto per il piazzamento («Ognuno ha il suo racconto» è arrivato quindicesimo), nè per l'indubbia vittoria nel derby con Facchinetti e Fogli (diciottesimi con «Il segreto del tempo»), ma per i riscontri al suo album «Testimone del tempo», e il giro di concerti che ne seguirà, con tappa all'Augusteo il 16 maggio.
 


Iniziano dal Festival, Red: com'è andata?.
«Mi sono divertito, l'unico aspetto negativo è che l'esibizione durava poco, quando finivo il mio pezzo mi sembrava di aver appena scaldato il motore».

Il tuo era uno dei pochi brani «mossi» dei venti in gara.
«Ho appena iniziato il secondo tempo della mia carriera e l'ho fatto tornando agli inizi, ai Capsicum Red, al pre-Pooh, al rock, insomma».

E la concorrenza «interna» con Roby e Riccardo?
«Nessuna gara, non c'è rivalità tra il passato e il presente della tua vita. Ci siamo fatti gli auguri prima e poi... ci siamo incontrati solo una volta, abbracciandoci, straniti noi persino più del pubblico per questo curioso destino che, appena separati, ci ha rimessi di fronte così».

«Testimone del tempo»: perché?
«Ho attraversato il secolo breve e la sua musica, soprattutto. È un concept che renderò in maniera particolare dal vivo».

Parliamo prima del disco.
«A chi mi chiede com'è? rispondo che è vecchio, tutto suonato, rock. Ho 66 anni: con i Pooh, come in tutti i matrimoni, e le nostre erano nozze a quattro, alla fine persino a cinque, devi mettere da parte qualche pezzo di te per esaltare quello che viene fuori dall'unione. Questo album lo covavo da tempo, probabilmente: è nato di getto, scritto con amici di sempre come Micky Porru, o più recenti come Ermal Meta, con cantautori del calibro di Enrico Ruggeri o Ivano Fossati, uno dei pochi a saper cantare l'amore senza mai essere sdolcinato. Ma c'è anche Renato Zero, che con Vincenzo Incenzo ha messo mano al pezzo conclusivo, Cantico, con cui mi sono concesso un ritorno al progressive. E Fabio Ilacqua, l'autore dei testi di Gabbani: è un poeta contadino, non ha neanche il cellulare, comunica solo via email se raggiunge un pc, altrimenti è nei campi».

Roba da far felice il vegano Red Canzian.
«Sì, quando ci incontriamo mi regala del cavolo nero che coltiva lui: buonissimo».

«Meravigliami ancora» volevi inciderla con Johnny Hallyday.
«È un adattamento di un suo pezzo, avevamo progettato un duetto, poi mi hanno chiamato per dirmi che non era in grado di farlo, poi...»

«Testimone del tempo»: come sarà il tour?
«Un colpo d'occhio forte e e un suono da ritorno al futuro. Partiamo con dei visual, che vedono un orologio impazzito riportarci indietro nel tempo, con i volti dei protagonisti del 900, e i suoni di quel tempo, inizio con Tutti frutti e vado avanti così tra Bob Dylan, Beatles, Procol Harum, i grandi cantautori... la musica che ho amato, insomma, fino ai Pink Floyd, che unisco ai Pooh, non per presuzione, ma perché noi come loro abbiamo dato importanza all'aspetto visivo degli show. Nel secondo tempo spazio alla mia musica, quella con il gruppo e quella senza».

La prima volta a Napoli senza i Pooh.
«Ma con il mio pubblico, le mie canzoni e spero, i miei amici, ne ho tanti qui: sono appena andato a pranzo con Enzo Avitabile. È bello quando la musica è davvero l'arte dell'incontro».

In giornata hai incontrato anche Valentina D'Amore.
«Lei è una bassista di Scisciano, avevo letto sul vostro sito che le avevano rubato dall'automobile il basso, l'amplificatore, tutto.
Si era abbattuta, aveva aperto un crowdfunding per ricomprarsi gli attrezzi del mestiere, e se ne vergognava pure. Oggi le ho regalato un basso a cinque corde, poi le arriverà un amplificatore nuovo di zecca a casa. Bello vederla sorridere di nuovo, ritrovare il suo sogno e il suo futuro».

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