Paola Turci: «Quasi
quasi poso nuda»

Paola Turci: «Quasi quasi poso nuda»
di Raffaella R. Ferrè
Martedì 4 Luglio 2017, 16:50 - Ultimo agg. 17:08
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Vorrebbe vivere d'estate, con il mare come conditio sine qua non all'esistenza e una leggerezza calviniana di cui fare scorta. Con la bella stagione Paola Turci, cantautrice, premio alla carriera agli ultimi MTV Awards, ha un dialogo fitto, in cui è semplice entrare e farsi largo, attraverso la sua stessa voce.

La parola «estate» ricorre spesso nelle tue canzoni, nell'ultimo album canti: «Sei l'estate che mi fa spogliare». È una stagione che chiama sincerità o è che fa troppo caldo per dire e dirsi bugie?
«Sopporto bene il caldo e cerco sempre di non dire bugie, però nell'estate c'è una leggerezza che le altre stagioni non hanno, quella voglia di liberarsi, il potersi togliere zavorre, orpelli. Poi, di carattere sono sempre stata una che starebbe tutto il tempo con un pareo addosso: vorrei vivere solo d'estate, vorrei vivere davanti al mare. Lo vorremmo tutti, lo so. Ma io sono proprio innamorata di questo clima che ti fa essere un po' come vorresti essere sempre: capace di sentire il bello della vita».

Però per te questa è anche una stagione di impegni: c'è il tour di «Il secondo cuore». È vero che chi fa il lavoro che ama è sempre in vacanza?
«Diciamo di sì. Ci sono degli aspetti impegnativi anche in questo bellissimo mestiere: c'è il fatto di essere sempre in giro, di avere orari sballati, andare a letto tardissimo e svegliarsi all'alba, ci sono queste cose che però non sono così pesanti quando ti piace quello che fai. Io amo tanto questo lavoro, non vedo l'ora di fare concerti. Tutto il resto si fa».
Un posto che per te vuol dire estate più di ogni altro?
«Il mare dove sono cresciuta, dove ho ricordi d'infanzia, dove ho cominciato: Porto Ercole. Ogni volta ritrovo un po' di me e non solo d'estate: ci vado per scrivere».
Sul tuo canale Youtube ci sono degli «unplugged privati» girati a Polignano a Mare: ci sei tu in bikini, gli amici, una terrazza e la chitarra. Come ti senti al pensiero di fare da colonna sonora all'estate di altri? La cosa cambia che siano amici o sconosciuti?
«Quei video sono stati girati senza che me ne rendessi conto! Stavo suonando, ho alzato gli occhi e quei quattro, cinque amici che erano presenti stavano riprendendo. Pensavo sarebbero stati solo un loro ricordo, invece uno di loro mi ha proposto di pubblicarli. Ho accettato. Però era tutto improvvisato, fatto d'istinto. Non so neanche se la chitarra fosse accordata! Quello che so per certo, invece, è che per me è bellissimo vedere le persone che si emozionano, che si tratti di pubblico che non conosco o che siano amici: fa una bella differenza, certo, però alla fine si tratta di due aspetti della stessa storia. In quei video, ad esempio, c'è un amico che si è commosso: credo fosse la prima volta che mi ascoltava in un quel contesto e mi ha fatto particolarmente piacere, mi piace vedere la gente piangere (ride). C'era chi diceva che le lacrime sciolgono il ghiaccio che si ha intorno all'anima. Fare quest'effetto è un grande regalo per me».
Di cosa ti piacerebbe esser la colonna sonora estiva?
«Non ho dubbi: di un momento di risalita, quel momento in cui in una persona scatta la presa di coscienza che le fa dire: Ecco, ora devo reagire».
«La vita che ho deciso», scritta con Avitabile, Giulia Anania, Davide Simonetta e Luca Chiaravalli potrebbe essere tra i tormentoni dell'estate 2017. Ma il tuo qual è?
«Il tormentone dura il tempo che ci vuole a dimenticarlo. Poi ci sono le belle canzoni. Alcune di Tiziano Ferro, ad esempio: le amo follemente. Davvero: amo cantarle, sono liberatorie!».
In tempi di revival anni 80-90 finiamo per sentire la mancanza delle grandi rassegne musicali estive, dal Cantagiro al Festivalbar. Tu hai partecipato ad entrambi. Qual era la cosa bella di quelle estati lì?
«L'incontro della comunità di cantanti. Per gli artisti che si stanno simpatici e si stimano l'idea di mostrare la propria musica all'altro, di ascoltarsi come in una playlist di canzoni che vanno forte mentre ci si esibisce, è molto bella. Oggi è ancora possibile ritrovarsi tra il Wind Summer Festival e altri appuntamenti estivi importanti. Però l'aggregazione, lo stare insieme: non è così scontato».
Dell'accettarsi, del farsi belle prima di tutto per se stesse ne hai fatto un manifesto esplicitato a Sanremo, ma si tratta di un impegno cominciato prima, ammettendo debolezze e paure. Oggi parli dell'incidente che hai avuto anni fa, era estate anche allora, con un riguardo e un'ironia verso te stessa che sono diventate una forza: come si trasforma un dolore in una fonte di ispirazione utile anche agli altri?
«Considerando quella frattura un'occasione e quel momento doloroso nella sua interezza, ragionando sul fatto che niente arriva per caso. È così che diventa una opportunità preziosa, un pozzo di ricchezza che nessuna gioia ti può dare. La gioia è una ricerca, il dolore un fatto reale da cui si può estrarre l'oro».
Hai raccontato d'aver detto no a posare per Playboy anni fa e che oggi invece lo faresti. Che consiglio daresti a chi non si sente sicuro del suo corpo e teme la prova costume?
«Intanto io ho detto sì sapendo che non succederebbe più! Poi: ho capito che per volermi bene dovevo lavorare duro, imparare l'arte del sacrificio. Una forma fisica che ti piace non è mai regalata. Ho approfittato di una caduta rovinosa che mi ha fatto male alla schiena per tornare a lavorare sul mio corpo, allenarmi di nuovo. Ho capito che dovevo farlo anche per il mio lavoro: più che l'aspetto esteriore, l'avere un fisico che ti permetta di sopportare certi ritmi. Volevo star bene e mi sono data da fare. È durissima ma se la si prende come una sfida è possibile. Quello che ho fatto io non è stato altro che allenarmi e stare a dieta rinunciando al più grande piacere che la vita mi ha dato, il cibo, il vino, a favore di una forma che mi fa sentire giovane fisicamente».
In «Quasi settembre» cantavi: «È un'illusione il nostro viaggiare e partire per poi ritornare». Quale suggerimento hai allora non tanto per l'inizio dell'estate quanto per la sua conclusione?
«Fare come gli scoiattoli, fare scorta. Prendere bellezza e portarsela nella stagione fredda, quando bisogna proteggersi. Vediamo scene di follia, di isteria, ma io penso al contrario, penso sia un'occasione per smaltire la fatica. Ognuno di noi ha la sua storia, i suoi impegni, le sue grandi battaglie: abbiamo bisogno di caricarci. L'estate ce lo permette».