Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio: «Ci volevano nemici ma siamo troppo simili»

Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio: «Ci volevano nemici ma siamo troppo simili»
di Federico Vacalebre
Sabato 12 Gennaio 2019, 09:27 - Ultimo agg. 16:18
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I «Figli di un re minore» danno appuntamento all'Arena Flegrea il 21, 22 e 23 giugno.
Gigi D'Alessio: «Iniziamo nel giorno migliore possibile, quello della Festa della musica».
Nino D'Angelo: «Ed è anche il mio compleanno. E il tuo onomastico: uniti nel destino, insomma».

Da tempo i vostri fan aspettavano quest'annuncio. Il web era invaso dai vostri video insieme, si era persino sospettato voleste fare un colpo grosso a Sanremo. Eppure vi si diceva rivali e rivali erano una buona parte delle le vostre tifoserie.
Nino: «Io ho 61 anni, Gigi 51. Veniamo dalla stessa trafila: matrimoni, feste di piazza, successo locale, successo nazionale. Sono stato io a invogliare D'Alessio a cantare, quando era ancora un ragazzino e suonava solo il pianoforte: Ma o ssaje che tiene na bella voce?».
Gigi: «È vero, mi è capitato di accompagnarlo ai suoi primi tempi, quando non era ancora famoso e cantava 'O scippo e cose del genere. Mi spinse a provarci anche come cantante».

Poi, però, si sono rotte e giarretelle.
Nino: «Io sono stato il primo dei neomelodici, poi mi sono spostato verso un altro genere, per suoni e contenuti, ed è arrivato lui. Non c'è stata mai una rottura, forse ci siamo ignorati, forse il pubblico napoletano ha bisogno di rivalità, di tifo da curva».
Gigi: «Tipo Beatles e Rolling Stones, Coppi e Bartali».
Nino: «Dai diciamo tipo Bruni o Murolo, Mario Merola o Pino Mauro. Il bello è che, ritrovandoci dopo vent'anni, abbiamo scoperto che insieme ci divertiamo come dei bambini. Siamo troppo simili, non solo per l'appartenenza alla

Napoli più popolare: le nostre carriere sembrano aver seguito la stessa direzione, registrato gli stessi incontri».
Gigi: «È vero, ci scateniamo a fare la lista delle cose che ci uniscono, da Enzo Malepasso ai film diretti da Ninì Grassia, ai posti dove siamo stati a suonare».
Nino: «Io all'Olympia ci sono stato».
Gigi: «E pure io. E il San Paolo tu l'hai fatto?».
Nino: «Presente».

Si, capito il gioco. Ma quando è svanita la distanza che vi separava umanamente?
Gigi: «L'8 giugno dell'anno scorso D'Angelo mi ha chiamato all'indomani del concertone per Pino Daniele al San Paolo. Hai visto? Non ci siamo né io, né tu, mi ha detto. Ma l'unica assenza che davvero contava era quella del Nero a Metà, abbiamo convenuto, dandoci appuntamento per un caffè».
Nino: «E il caffè è diventato pranzo, e il pranzo cena, e lo spaghetto a vongole una pizza fritta... Ci siamo frequentati come non avevamo mai fatto, tra risate e amarcord».

 

A quel punto sono iniziati i clippini sul web.
Gigi: «Sono nati spontaneamente, non avevamo niente da promozionare, anzi temevano le reazioni dei fans miei o suoi, ma, dopo un po', i segnali positivi hanno surclassato la bava degli hater».
Nino: «E ci abbiamo preso gusto».

Tanto da mettere in piedi questa tre giorni napoletana, che poi potrebbe essere la prova generale per un tour nazionale. Sul palco i musicisti di entrambi: Alfredo Golino e Agostino Mennella alla batteria; Giorgio Savarese, Lorenzo Maffia e Massimo Gargiulo alle tastiere; Guido Russo e Roberto D'Aquino al basso; Maurizio Fiordiliso, Pippo Seno, Mimmo Langella e Franco Ponzo alle chitarre; Milly Ascolese ai cori. E il repertorio?
Gigi: «Quello è il problema, con i successi che abbiamo a disposizione potremmo andare avanti cinque ore. Non ne abbiamo ancora discusso, se ne parlerà dopo che Nino sarà tornato da Sanremo».
A proposito: nella serata delle autocover con D'Angelo e Livio Cori si completerà un trio napoletano con D'Alessio?
Gigi: «No, non vado all'Ariston».
Nino: «Oggi abbiamo fatto le prime prove a Saxa Rubra con la lettura della partitura, mi piace l'atmosfera che sta nascendo intorno a noi, Livio è forte e io mi misuro con un sound completamente differente».

La canzone di Nino che avresti voluto scrivere, Gigi?
«Nun te pozzo perdere. D'Angelo ha riaperto una strada che si era chiusa: la canzone napoletana popolare era vecchia, vecchi sentimenti, vecchi suoni, vecchia vocalità. Lui l'ha riconsegnata ai ragazzi, me compreso, alle storie d'amore credibili, l'ha diretta verso il pop, che io ho poi sposato».

La canzone di Gigi che avresti voluto scrivere, Nino?
«Direi Napule, che lui ha inciso con Sal Da Vinci, Gigi Finizio e il mio amico Lucio Dalla. Se all'epoca non ci fossimo ritenuti scompagni credo che mi avrebbe chiamato. E io sarei corso in sala di registrazione».

Poi ci sono i tre brani che avete scritto insieme: «Quando ero bambino», «Non batte il cuore», «Chi ce sta», testo di
Nino, musica di Gigi. Chi le canterà?

Gigi: «Litighiamo subito o rimandiamo a dopo il Festival?».
Nino: «Rimandiamo, Gigi, è meglio. O la buttiamo a duetto?».

A proposito: sarà un «Nino, Gigi & friends»?
Nino: «No, no, già abbiamo troppi parenti e abbiamo dovuto prenotare tre serate».
Gigi: «No, no, è la festa dei due amici ritrovati, per gli altri ci sarà tempo».
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