«Mare nostro»: una canzone per raccontare il viaggio disperato dei migranti

I Godo'
I Godo'
di Gennaro Morra
Giovedì 11 Gennaio 2018, 12:17
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L’ep che sancisce il loro esordio discografico, in uscita il 19 gennaio, s’intitola “A/R Canzoni da viaggio”. Perciò è quasi naturale che tra i cinque brani che compongono questo primo cd dei Godo’ ce ne sia uno dedicato al viaggio disperato che compiono i migranti, che dall’Africa e dal Medio Oriente tentano di attraversare il mare per approdare sull’altra sponda, quella della speranza. Di questo racconta “Mare nostro”, canzone lanciata da un videoclip pubblicato qualche giorno fa dalla band napoletana.
 
«Una canzone che nasce dall'esigenza di raccontare una storia come molte, di donne e di uomini prima che di migranti – spiega Donato Barbato, cantante del gruppo e autore del brano –. È stata scritta nel febbraio 2015 in seguito alla morte di 300 persone nel canale di Sicilia». Un brano che non nasce per caso. Infatti, Donato è un avvocato molto attivo sul campo per quanto riguarda le problematiche dell’immigrazione: «Sicuramente la mia esperienza personale ha influito nel suo concepimento. Quando si crea una canzone, si prova a condividere ciò che si vive nel quotidiano, riportandolo nella scrittura e nella musica, e viceversa. Orientare le proprie scelte in base ai propri valori credo sia una naturale conseguenza. Diciamo che il prodotto che ne viene fuori è una commistione arricchita di esperienze».
 

Il brano è accompagnato da un videoclip diretto da Alfredo Esposito, che racconta la storia di due ragazzi innamorati, interpretati da Mohammed Ali e Roberta Miriam Maimmane, che decidono di lasciare il proprio paese per cercare una vita migliore al di là del mare. Così iniziano il loro viaggio della speranza, ma finiscono in balia delle onde e sull’altra sponda arriverà solo l’uomo. Una tragedia che lo porterà a odiare quello stesso mare che gli ha offerto una via di fuga.
 
«Queste persone si mettono in viaggio, nonostante siano consapevoli delle tante insidie che incontreranno, per gli stessi motivi che portano, storicamente, qualsiasi essere umano a muoversi per migliorare le proprie condizioni di vita o per sfuggire a un destino segnato – spiega ancora Barbato –. Lo siamo stati anche noi per molti anni e, per certi versi, lo siamo ancora». E nel dibattito che divide l’opinione pubblica italiana tra chi vorrebbe accogliere i migranti e chi pensa che sia meglio attuare una politica di respingimenti, la sua posizione è molto chiara: «Non è solo una questione di mera accoglienza, ma di umanità – sostiene –. Si dovrebbe capire che lo sviluppo del genere umano passa per l’inclusione e la condivisione. Anche noi siamo figli di questa commistione. Come la musica, che è cresciuta e continua a crescere grazie a incontri e contaminazioni di generi e culture. Si potrebbe dire: apritevi al mondo e agli uomini, è l’unica strada per vivere meglio».
 
Di conseguenza, l’avvocato e musicista napoletano boccia anche il decreto Minniti-Orlando. Un provvedimento che ha ridotto moltissimo gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane, ma per Barbato il problema non è stato risolto: «I flussi migratori sono soggetti a molte variabili – spiega –. Sicuramente azioni di contenimento (spesso in aperta violazione dei diritti umani) possono generare numeri altalenanti rispetto agli arrivi in Europa, ma non risolvono la questione. Nel 2017 sono morte quasi 3mila persone in mare ed è notizia di qualche giorno fa (il 6 gennaio) del naufragio di un barcone con decine di vittime (fonte OIM). Non è accettabile che si diminuisca il numero degli sbarchi, aumentando quello dei morti».
 
Prossimamente i Godo’, che sono formati da Donato Barbato (Voce/chitarra), Simone Zaffiro (Cori/Chitarra), Fernando Marozzi (Cori/Violino), Fabio Gerardi (Basso) e Alberto Emrick (Batteria/percussioni), partiranno per un tour promozionale per presentare al pubblico questo concept album che racconta storie di uomini e donne in viaggio. Il loro è appena iniziato.
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