Carla Bruni: «Lo scandalo Weinstein può evitare nuovi abusi»

Carla Bruni: «Lo scandalo Weinstein può evitare nuovi abusi»
di Enzo Gentile
Giovedì 9 Novembre 2017, 12:37
3 Minuti di Lettura
È ben avviata la seconda vita di Carla Bruni che dopo aver frequentato il jet-set della moda, e poi, da premiere dame di Francia, i palazzi della politica, riprende la carriera di musicista con «French touch», quinto album di una storia iniziata nel 2002, con un esordio sorprendente, «Quelq'un ma dit», e proseguito con altri capitoli altalenanti, tra materiali da cantautrice, e reinterpretazioni personali come accade con questo nuovo lavoro prodotto da David Foster: undici cover, tra standard e hit senza tempo. Ci sono i classiconi come «Moon River», «Love letters» o «Stand by your man», ma anche titoli più recenti, «Highway to hell» degli Ac/Dc («piacciono tanto a mio figlio sedicenne, che però giudica questa versione un po' con sospetto»), «Perfect day» di Lou Reed, «Enjoy the silence» dei Depeche Mode, scelto anche come primo singolo, «Miss you» dei Rolling Stones. Incontrandola, a un passo dai 50 anni, che festeggerà appena prima di Natale, si finisce subito per parlare del tema più scottante di queste settimane, le molestie nel cinema e in genere nel mondo dello spettacolo.

Che cosa ne pensa, ha mai avvertito vicino a lei minacce o pressioni indebite?
«Devo essere stata fortunata, perché ai miei tempi nella moda, che è un universo relativamente piccolo, non mi è capitato mai nulla di spiacevole. Forse perché è un ambiente molto professionale e fondamentalmente asessuato, oltretutto con una forte dominante gay. Non sono mai stata importunata, al massimo qualche avances, da fotografi o agenti, ma sempre in una condizione di normalità. Ma ho spesso sentito dire di queste situazioni. Non c'è solo l'abuso sessuale, c'è qualcos'altro da parte di chi mantiene sottomesso l'altro. Magari questo scandalo aiuterà a salvare uomini e donne da sofferenze».
In casa Sarkozy c'è ancora molta politica?
«Sì, ne parliamo e la viviamo ancora da vicino, anche se stando al fianco di mio marito negli scorsi anni ho capito che il potere nella politica non è tutto: sono convinta che lui abbia operato al massimo, che abbia contribuito in modo fondamentale a evitare che la crisi economica travolgesse l'Europa. Ma non ha avuto tempo a sufficenza per portare a termine i suoi progetti. Macron, comunque, ha idee simili a Nicolas, si sentono e si frequentano».
È più semplice fare l'artista per lei ora?
«Indubbiamente fare promozione o tour qualche anno fa era di sicuro più complicato, adesso mi muoverò con più libertà, anche se in parallelo voglio fare la mamma e occuparmi dei miei due figli, che non posso abbandonare per andare su un palco. Sto girando molto, impegno una decina di giorni al mese lontana da casa: il calendario degli impegni è fitto, e vorrei pensare per la primavera ad alcune date anche in Italia». 
Come ha disegnato la scaletta di questo album?

«Sono le canzoni che ho amato e che cantavo sulla chitarra anche prima di dedicarmi alla musica professionalmente. Ne ho provinate a decine, ma poi ho dovuto selezionare e lasciare fuori cose che sarebbero state perfette per questo tipo di rilettura, ad esempio Love me tender. Un secondo volume? No, amo troppo scrivere, le prossime canzoni saranno mie».
Non potrebbe esserci nemmeno un'operazione parallela, ma con brani italiani?
«Sì, un giorno mi piacerebbe, ma dovrei lavorarci molto. Se penso ad alcuni pezzi con cui sono cresciuta, vado all'indietro, Bocca di rosa, Buonanotte fiorellino, L'anno che verrà, qualcosa di Vasco, come Albachiara o Vita spericolata. In realtà mi piace trasformare, raccontare canzoni celebri con un tocco tra il jazz, la dimensione acustica più scarna e magari i legami con il country: adoro artiste come Emmylou Harris, Dolly Parton, Linda Ronstadt...».
Quanto hanno influito le sue storie d'amore con musicisti e rockstar, da Eric Clapton a Mick Jagger?
«Non molto, perché io ascoltavo musica anche prima di conoscerli e i nostri sono stati rapporti da fidanzatini. Sicuramente avrà agito il mio inconscio, ma da giovane non avrei immaginato di riuscire a fare dischi e concerti. Mi è andata bene e forse me la sto cavando discretamente: Mick mi ha mandato un bel messaggio di congratulazioni su Facebook, una cosa che mi ha fatto grande piacere».