L'Aura: «Torno con un melodramma pop in tre atti»

L'Aura: «Torno con un melodramma pop in tre atti»
di Enzo Gentile
Martedì 26 Settembre 2017, 18:06
3 Minuti di Lettura

Dopo sei anni di assenza, nel mondo dello spettacolo il rischio è di essere rimossi, dimenticati, scavalcati dalla nuova onda: per L'Aura, lo dicono i primi risultati raccolti con l'album appena uscito, «Il contrario dell'amore», non è stato così. Il singolo con cui torna dopo lungo silenzio, «La meccanica del cuore», è terzo in classifica, e anche il cd va forte su iTunes, segno che il pubblico la attendeva e si è ricongiunto alla sua storia con affetto e partecipazione: per parlarne Laura Abela, questo il suo vero nome, dà appuntamento ai napoletani oggi, alle 18,30, da Mooks, la Mondadori di piazza Vanvitelli.

Com'è nato questo lavoro?
«Ho pensato a questo lavoro come a un melodramma pop contemporaneo in tre atti, con tredici canzoni e tre racconti brevi, che narrano la vita di altrettante figure simboliche: Mary Jane, come l'eroina di una canzone di Alanis Morrissette; Lucy, come la protagonista di Lucy in the sky with diamonds dei Beatles; e Lisa, pensando alla Sad Lisa di Cat Stevens. Sono loro i miei alter ego che mi aiutano a raccontare i momenti cruciali della mia esistenza recente. Negli anni 60 e 70 c'è stato un forte movimento cantautorale, che è scomparso negli Ottanta per poi tornare solo nei Novanta. Oggi musicalmente c'è molto caos, anche se molto di quello che ascolto in radio ricorda forse più il decennio degli Ottanta rispetto a tutto il resto».

Come è nata la decisione di esprimersi sia in italiano, sia in inglese, passano da «Quest'estate finirà» a «What makes you a man» e «Portami via»?
«Ho usato entrambe le lingue a mia disposizione facendo conto anche su come suonassero le canzoni: volevo soprattutto potessero risaltare al meglio. Io sono cresciuta con molta musica di produzione internazionale e credo che anche le gente ormai si sia abituata. Volevo che fossero rispecchiati i sentimenti, le sfumature, il lato luminoso delle cose, ma soprattutto quello che si muove nell'ombra e che molti non vogliono vedere».

Perché una lontananza così lunga dalle scene?
«Ci sono varie ragioni per questa sospensione: innanzitutto è nato Leonardo e ho voluto dedicarmi a lui, e poi anche a me. Prima non stavo bene, ho avuto bisogno di resettarmi, di prendermi cura di me, di recuperare salute, energia, motivazioni: quando mi sono sentita finalmente a posto, ho ritrovato la creatività e la voglia di scrivere. Oltretutto venivo da un disco brutto, mal riuscito e nel chiudere il rapporto con la Sony ero sicura e determinata nello smettere davvero con questo mestiere. Poi mio marito, che è un bravissimo musicista, ha saputo infondermi fiducia e così ho rivisto l'entusiasmo in me e intorno a me. Oggi sono finalmente carica e felice».

Sta preparando anche un ritorno sul palcoscenico?
«Dal 20 ottobre, con partenza da Brescia, sono previste alcune date acustiche, io al pianoforte e voce con l'accompagnamento di un violinista. Per ora va messo a punto il repertorio, dove so che mi verranno chiesti anche i successi del passato, che non potrò rifiutarmi di fare. Più avanti vedremo come organizzare concerti più articolati, ma certamente è la cosa che mi attira maggiormente. Se guardo a come stavo qualche anno fa, delusa, stanca, circondata da persone sbagliate, nella professione e nella vita, oggi mi sembra di essere rinata: e sono sicura di aver fatto bene ad attendere. Importante è salire sul cavallo giusto, non sul primo che passa».
 

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