«Istiga a drogarsi», indagato Sfera Ebbasta

«Istiga a drogarsi», indagato Sfera Ebbasta
di Paolo Mastri
Domenica 13 Gennaio 2019, 09:00 - Ultimo agg. 15:28
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PESCARA - Tutto, nel genere, parla di droga. Spaccio, crimine e il vissuto maledetto degli autori sono la prima, anzi l'unica fonte di ispirazione del Trap, sottogenere musicale dell'Hip-hop che non casualmente ruba nome e slang alle Trap-house, le case disabitate occupate dagli spacciatori di Atlanta. Dove finisce la libertà artistica e dove comincia l'aperta istigazione al consumo di stupefacenti è il labile confine che la Procura di Pescara si incarica di tracciare con l'inchiesta aperta a carico di Sfera Ebbasta, trapper popolarissimo tra adolescenti e giovanissimi, noto ai più dopo la sciagura del 7 dicembre scorso alla Lanterna azzurra di Corinaldo, costata la vita a sei persone in attesa della sua esibizione.
 
Con il nome al secolo di Gionata Boschetti, nato a Sesto San Giovanni nel 1992, il trapper è stato iscritto nel registro degli indagati dal Pm Anna Benigni, la prima a formalizzare l'accusa contenuta nell'esposto presentato a 18 diverse procure italiane dai senatori di Forza Italia Lucio Malan e massimo Mallegni. La geografia delle denunce ricalca per intero la tournée che la scorsa estate ha portato Sfera Ebbasta nelle principali località turistiche, ovunque osannato da migliaia di giovanissimi fan, quasi sempre accompagnati ai concerti da genitori meno allarmati dei senatori denuncianti e degli stessi inquirenti pescaresi. Scena e copione ripetutisi anche il 12 luglio scorso sul waterfront sud di Pescara, tra le luci acide di una gigantesca ruota panoramica, la banchina del porto e gli ultimi ruderi del mercato ortofrutticolo dismesso, la cornice del Terrasound festival che più indovinata non si poteva. Era ancora arte.

Tutto è cambiato dopo Corinaldo e la morte di cinque ragazzi tra 14 e 16 anni, più una mamma. E il verso mamma, quando io fumo divento Superman, uno dei tanti, forse nemmeno il più esplicito del repertorio, è diventato l'emblema della crociata contro il trapper tatuato e maledetto. «Apprezziamo l'intervento della procura di Pescara - dice il senatore Mallegni -. Con il nostro esposto abbiamo dato voce a una preoccupazione che era latente e che ora, in qualche modo, sembra entrata nel tessuto sociale delle famiglie italiane. Non siamo bacchettoni, Malan e io, personalmente mi ritengo un cristiano peccatore. Però se questa persona inneggia allo spaccio diventa un problema sociale, di sicurezza e di diffusione delle droghe. Di inni allo sballo non abbiamo proprio bisogno, visti i tempi».

Con l'avallo del procuratore capo Massimiliano Serpi, il Pm Benigni è orientata a convocare Gionata Boschetti per l'interrogatorio, prima di decidere la sorte dell'inchiesta, che si muove sul sentiero stretto tra diritti contrapposti. Le altre 17 procure chiamate in causa decideranno il da farsi. E mentre in parlamento prende via il dibattito sulla liberalizzazione della cannabis, il fuoco della polemica politica, fra l'altro in Abruzzo da ieri è campagna elettorale per le regionali del 10 febbraio, è pronto a divampare. «Una denuncia contro Sfera Ebbasta per istigazione all'uso di droghe rappresenta un'iniziativa di sciacallaggio a rimorchio di una tragedia come quella della discoteca Lanterna Azzurra»: così Antonella Soldo, tesoriera di Radicali italiani, replica all'iniziativa dei senatori forzisti. «L'apertura di un fascicolo sul contenuto dei testi del cantante - aggiunge - è un atto quantomeno controverso. Se il bersaglio è il riferimento all'uso di droghe e allo spaccio, senza mai accennare alle negatività di tali pratiche, anzi prospettando tale stile di vita come simbolo di successo, allora c'è un'ampia discografia mondiale da portare sul banco degli imputati».
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