Un amore per le registrazioni live che è andato crescendo nel tempo. «Prima del tour Banana Republic con Lucio Dalla (del 1979, ndr) non ero convinto della mia resa live. Da lì in poi ho avuto la sensazione che quello che succedeva sul palco faceva da contraltare a quello che facevo in studio». Il doppio album, già disponibile, è stato registrato lo scorso 27 agosto durante il concerto al Teatro Antico di Taormina per Amore e Furto Tour. «A mia insaputa», precisa De Gregori glissando sui riferimenti all'attualità politica del Paese e della capitale, «era l'ultima data e non avevamo registrato nulla. Mi dispiaceva e l'ho detto al mio bassista e produttore Guido Guglielminetti. È stato lui ad organizzare tutto: quella sera penso di essere stato l'unico a non sapere della registrazione».
Quella sera venne spontaneo anche l'omaggio a Dalla, con 4 marzo 1943, il singolo che ha anche anticipato l'uscita del disco, nella versione censurata dai «ladri e le puttane». «L'idea mi è venuta proprio in Sicilia. Eravamo vicino alla casa che lui aveva lì. Perché un omaggio ora? Non è mai troppo tardi, non è mai troppo presto. Volevo ricreare un pò di quella grazia e di quella luce che lui aveva quando l'ha cantata a Sanremo. Sono orgoglioso della collaborazione che abbiamo avuto: c'era uno scambio reciproco». Sanremo. È l'unica volta che De Gregori, durante l'incontro, sfiora l'argomento Festival. Niente politica, niente festival. «Trump? Potete scrivere che io dico Trump, con la U», ironizza non cedendo di una virgola su argomenti che non siano il disco o la musica più in generale. L'unica concessione la fa parlando del titolo del disco. «Sotto il vulcano, perché lo eravamo davvero sotto l'Etna, e anche perché è il momento storico che stiamo vivendo, un continuo movimento tellurico». Si torna a parlare di musica e del fatto che non pubblica un disco di inediti dal 2012 (con Sulla Strada, poi nel 2014 è arrivato il best Vivavoce e nel 2015 Amore e furto con le canzoni di Bob Dylan tradotte, «fossi stato in lui sarei andato di corsa a Stoccolma»).
«Faccio meno dischi in studio, perché è difficile trovare cose che non hai già detto o essere all'altezza di quello che hai già fatto.
Per fortuna non ho mai avuto scadenze. Le canzoni devono venire da sole, non sono radiocomandate. Ora mi prendo un anno di pausa, un anno in cui potrò stare a guardare fuori dalla finestra. Se ci sono i brani, penso che un nuovo disco potrebbe arrivare nel 2018, altrimenti aspetterà».