Il concerto parte da “Comunicare”, un inizio programmatico che esorta all'incontro. «Tutto il disco è un elogio dell'analogico, del contatto, delle cose vere», racconta Michielin alla stampa dopo il concerto. In controllo della sua voce più che dello spazio scenico, la cantante si dimostra una giovane artista matura che tra “Battito di ciglia”, “Lontano” e “Tropicale” controlla il proprio repertorio e il suo messaggio profondo. Si tratta di un'esortazione all'umanità, come quella che introduce l'acclamatissima “Io non abito al mare”: «La tenerezza è un modo di essere che viene spesso censurato, perché se sei tenero vieni considerato sfigato, ma non la penso così», dice dal palco alle migliaia di presenti. Messaggio ribadito da “Bolivia”, ultimo singolo di cui dal 20 marzo sarà diffuso un video dal forte valore allegorico, mostrato in anteprima alla stampa, con immagini come il gioco Snake II o una vasca piena di guacamole che rappresentano lo spreco, la voracità occidentale e lo sfruttamento del Sudamerica.
L'identità di '2640' si manifesta ugualmente nei suoni che mescolano pop, rock, elettronica e curiosi sample, contagiando anche vecchi brani, dai vigorosi filler batteristici su “L'amore esistè” al beat di “Distratto” ispirato ai Massive Attack, fino alle canzoni più intime che Michielin definisce «vulcanini»: «Ho sempre fatto pezzi che mi piacevano, ma solo ora riesco a viverli».
Dopo alcune ballad suonate al piano, le hit “Nessun grado di separazione”, “Magnifico” e “Amazing” preparano a un finale che è un'eruzione ritmica. Prima con “Monster” di Kanye West, di cui Michielin rappa con forza la prima strofe originale, seguita da alcuni versi taglienti scritti pochi giorni prima del live. «Mi sono ispirata al tema del pezzo, la nevrosi del successo: dico che sono qui per fare musica che piace ma non per accontentare qualcuno». Quindi con la colorata Tapiocà che chiude un'ora e venti di set con un ulteriore messaggio di empatia, prima dei bis che accostano la malinconica 'Alonsò e l'ultimo tripudio dance di “Vulcano”. Ma c'è un'ultima sorpresa: a luci accese e club semivuoto, Michielin e i suoi tre musicisti salgono sul mixer per suonare “La serie B” e “Nessun grado di separazionè” in acustico, sorretti da nessuna amplificazione se non i cori degli ultimi affezionati presenti.