Dalla musica d'autore all'allagamento, la Digital Records ora rischia di sparire

La sede attuale della Digital Records
La sede attuale della Digital Records
di Sofia Unica
Mercoledì 8 Febbraio 2017, 10:04 - Ultimo agg. 10:27
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Il corridoio che porta agli studi di registrazione è ornato da decine di locandine, da «Youth» a «La Grande Bellezza», accanto ci sono gli spartiti autografati da Ezio Bosso o Ludovico Einaudi. Alla Digital Records si respira arte, musica, cultura. 
Qui nascono le colonne sonore che accompagnano i blockbuster italiani ed internazionali, quelli che conquistano il grande pubblico e i premi più prestigiosi, dagli Oscar ai David di Donatello. Da Woody Allen a Paolo Sorrentino, da Lele Marchitelli ad Andrea Guerra, sono centinaia gli artisti con cui la Digital ha collaborato nei suoi 15 anni di attività. 

Una passione che rischia di infrangersi di fronte ai conti in rosso della società, sul baratro del fallimento dopo l'allagamento degli studi a gennaio 2016. In via De Carolis, nel cuore del quartiere della Balduina, si apre una voragine per la rottura di un tubo. In poco tempo gli studi finiscono sotto un metro e mezzo d'acqua, per un danno di oltre un milione di euro.

Da lì il calvario del proprietario della Digital, Goffredo Gibellini, tra richieste di risarcimento e cause con l'assicurazione. «Siamo in difficoltà - afferma - chi ne ha la responsabilità ci risarcisca del danno. Purtroppo rischiamo di chiudere». Al fianco di Ghibellini c'è la sua «famiglia», come la chiama lui, quella di autori e compositori che sono tornati ad affollare i suoi studi dopo otto mesi di chiusura. Il loro è un appello per mantenere «vivo uno degli ultimi presidi culturali del cinema italiano nella Capitale». 

«Questa è un pò come se fosse casa nostra - spiega Lele Marchitelli, autore di colonne sonore da Oscar come quella per La Grande Bellezzà -. Chi fa questo lavoro ha bisogno di persone di fiducia come loro». «Come un regista vuole avere a disposizione sempre quel montatore o quel direttore della fotografia - racconta Maurizio De Angelis, papà, insieme con il fratello Guido, degli Oliver Onions -, anche noi che componiamo colonne sonore abbiamo bisogno di garanzie, come le offre la Digital». 

«Personalmente sono angosciato - ammette Andrea Guerra, David di Donatello per La finestra di frontè -. È come chiudere la sala operatoria di un ospedale. Questo è il luogo dove ci sono tutte le nostre esperienze». 
«La musica da film italiana è stata ed è ancora grande - spiega Giuliano Taviani, anche lui David per Anime Nere -, il merito è anche di questi grandi personaggi che sono dietro questi grandi mixer», che ora rischiano di spegnersi per sempre.
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