Napoli rap cypher: il cerchio dell'hip hop partenopeo

Foto di gruppo per
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di Federico Vacalebre
Domenica 27 Aprile 2014, 16:54 - Ultimo agg. 17:23
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Era la fine del 2012 quando due pezzi galvanizzarono la scena dell’hip hop campano: Napoli rap cypher 1 e Napoli rap cypher 2 univano realt spesso divise, nel nome di una semplice considerazione: A Napoli lo facciamo pi e meglio. Il ciclone Rocco Hunt e il successo di Clementino stanno bilanciando un mercato strabico, che da troppo tempo guardava solo a Nord mortificando la straripante creativit sudista. All’epoca il rap iniziava a sfondare anche nel resto d’Italia e all’ombra del Vesuvio non ci si sentiva minimamente rappresentati da quel che si andava definendo come mainstream: «Le visualizzazioni dei nuovi divetti volavano, non per merito, ma perché inserite in un sistema, così ci venne in mente di metterci insieme per far vedere quanti rapper e quanti stili ci sono dalle nostre parti», racconta Dj Uncino: «L’unione che fa la forza, si sa, ma anche il divertimento».

Un «cypher» nella cultura hip hop è un cerchio, in cui si rappa o si balla sulla stessa base, dove finisce l’assolo di uno inizia quello dell’altro. Nei primi due «Napoli rap cypher» quelli di Ammontone Prod, una delle indie di settore attive meglio e da più tempo, misero insieme ShaOne, Speaker Cenzou, Lucariello, Clementino, ’Nto’, Ale Zin, Paura, Ekpso, Op. Rot, Ramtzu, Svez (con liriche tacciabili di maschilismo ed omofobia), Peste Mc, Fabio Farti, Capone Mc, Dope One, Reddog, Emcee ’o Zi, Darione, Oyoshe, Rob Shamantide. Le basi strumentali erano garantite da Uncino, Oxrock, Breakstar e ’o Luwong.

Ora quelli del cypher napoletano sono tornati, con altri due episodi. In console ci sono ancora ’o Luwong, per il volume tre, e Dj Uncino, per il quarto. Ai microfoni largo alle nuove generazioni, anche se a passare loro il testimone ci sono seniores come ’O Iank dei Fuossera, ’o Pecone dei Capeccapa e Uomodisu. Poi, spazio ad emergenti come Kimikon Twinz, la rivelazione soul Pepp’ Oh della Gas Family, Obly dello Shotgunstudio, ’o Prio’, Skarraphone, Maik Brain dei 21Km (la distanza che esiste tra Brusciano, Casalnuovo e Nola, zona di provenienza del collettivo), la Pankina Krew (un album in arrivo, su etichetta Full Heads), ’O Kia’, Raz della Cianuro Prod.

Dj Uncino, oggi con il supergruppo dei Sangue Mostro, viene da lontano: con la rapstar Clementino, Emcee ’o Zi e Farti era l’anima della Tck, Ti Ciacco Krew, in cui militavano anche i Wild Boys, oggi campioni europei di writing, o Luigi Rota Russo, poi con i Knef, Ka Nisciuno È Fesso, posse di breakers vista alla corte della De Filippi. «Siamo stati delle levatrici per le nuove scene», racconta il producer, «le abbiamo viste crescere, alcuni di loro si sono avvicinati a noi a 12-13 anni, hanno scoperto il rap con noi come noi l’avevamo scoperto con i Public Enemy o Nas, e oggi sono la base underground che dà credibilità al mainstream, che fornisce i numeri ai campioni delle classifiche e presta nuovo sangue a noi che ne abbiamo già versato tanto».

«Napoli rap cypher parte 3» apre con la poesia cruda di ’O Iank, che se la prende con i bluff in giro: «Tenimmo sempe ’o suono cchiù vero» e poi via con flow in dialetto strettissimo o con concessioni all’italiano, dissing e orgoglio glocal, la militanza di chi sa che «chi non okkupa preokkupa» e il fronte del «pariamento», la denuncia del disagio e la rabbia della rivolta. Il quarto episodio affida a ’O Kia' gli ultimi versi: «Simme l’urdeme guerriere cu’ ’na penna e ’na bandiera». Il cerchio è completo, anzi pronto ad allargarsi ancora.

In rete:

http://www.youtube.com/watch?v=tXlyiBpqZ5A

http://www.youtube.com/watch?v=OYHacAJ4D_s

http://www.youtube.com/watch?v=LlgNuKP2cig

http://www.youtube.com/watch?v=z2DY3hnUomY



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