Bryan Adams: «Così Pretty woman diventa musical rock»

Bryan Adams: «Così Pretty woman diventa musical rock»
di Andrea Spinelli
Domenica 19 Novembre 2017, 13:01
3 Minuti di Lettura
Mentre Bryan Adams è in tour da questa parte dell'Atlantico, il 14 novembre ha conquistato il Palalottomatica di Roma con il suo energico classic rock alternando hit antiche e i brani dell'ultimo album «Get up!», proseguono le grandi manovre per lo sbarco a Broadway di «Pretty woman», il musical tratto dal film con Richard Gere e Julia Roberts concepito sulle sue musiche originali. Per il rocker canadese - autore di celebri temi da film come «(Everything I do) I do it for you» («Robin Hood - Principe dei ladri»), «All for love» («I tre moschettieri») o «Have you ever really loved a woman?» («Don Juan de Marco - Maestro d'amore»), sarà la prima esperienza teatrale. Debutto a Manhattan in estate, con cinque settimane di anteprima all'Oriental Theatre di Chicago a partire dal 13 marzo 2018. Senza anticipare cifre, la produttrice Paula Wagner assicura uno sforzo finanziario adeguato ad una pellicola che nelle sale ha incassato 463 milioni di dollari: «Pretty woman: il musical avrà il cuore, l'umorismo, il calore e la gioia del film» giura. Il libretto è di Garry Marshall, regista del film campione d'incassi scomparso l'anno scorso, e dello sceneggiatore originale J.F. Lawton. Coreografie di Jerry Mitchell, scenografo David Rockwell. La prostituta Vivian Ward è interpretata dalla britannica Samantha Barks (Éponine nella versione cinematografica di «Les Misérables» mandata nelle sale cinque anni fa da Tom Hooper), mentre il miliardario Edward Lewis da Steve Kaze, già vincitore di un Tony Award per il musical «Once». Ne parliamo cone Bryan Adams,rocker da cento milioni di dischi venduti, ma anche fotografo di successo.

 

Le sue canzoni andranno ad integrare quelle di Roy Orbison, Davi Bowie, Natalie Cole, Roxette contenute nella colonna sonora del film o no?
«No, la pièce non conterrà le canzoni originali in quanto non raccontavano la storia ma erano solo un contorno. I pezzi di un musical, infatti, debbono essere funzionali alla narrazione».
Quindi?
«Con Jim Vallance (suo abituale co-autore - ndr) ho composto sia le musiche che i testi, smontando e rimontando gli uni e gli altri fino ad ottenere esattamente quello che andavamo cercando. Alcune canzoni le abbiamo riscritte anche quattro volte, ma alla fine abbiamo portato a casa il risultato sperato».
Che metodo di lavoro ha adottato per l'occasione, Bryan?
«Durante gli incontri operativi ci trovavamo attorno ad un tavolo in 20-25; ciascuno spiegava lo sviluppo della storia dal suo punto di vista, Jim e io memorizzavamo, ci congedavamo con un sorriso, e andavamo a scrivere un nuova canzone. Poi, quando quei pezzi concatenati sono diventati una storia, abbiamo dovuto riprenderli in mano per adattarli ai vari momenti della pièce. Un lavoro lungo e laborioso; ci sono, infatti, molti più arrangiamenti e molta più produzione in un musical che in un album».
Potendo scegliere liberamente le tre popstar dei suoi desideri per i ruoli-cardine di «Pretty woman: the musical» su chi punterebbe?
«Be' St. Vincent nei panni di Julia Roberts, David Byrne in quelli di Richard Gere ed Iggy Pop in quelli di Mr. Thompson, il direttore dell'hotel, sarebbero abbastanza incredibili no?».
Lei questi nuovi pezzi li inciderà?
«L'album uscirà a primavera, ma a cantare saranno gli attori del cast».
Quali sono i musical che ha amato di più in vita sua?
«Sinceramente, sono sempre stato attratto più dalle band rock che dalle commedie musicali. Tuttavia ci sono alcuni brani di musical che hanno colpito la mia fantasia, ma avrebbero dovuto essere interpretati tutti con un graffio rock più deciso».
Ha mai carezzato l'idea di costruire un musical sui suoi grandi successi da hit-parade?
«Qualcuno ci ha provato, ma il risultato non è stato un granché. Questo significa che, se ti vuoi godere quei pezzi, devi venirli ad ascoltare in concerto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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