Baustelle: il tour acustico di "Fantasma"
e la ristampa de "La moda del lento"

I Baustelle
I Baustelle
di Federico Vacalebre
Venerdì 6 Dicembre 2013, 17:17 - Ultimo agg. 17:23
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Non sar un caso se i Baustelle tornano per la seconda volta a Napoli - staser all’Acacia - con le canzoni di un album che, pur difficile, arrivato sino al secondo posto in classifica, loro record di piazzamento. Questa volta, per, i pezzi di Fantasma rinunceranno all’elettricit per presentarsi se non nudi in una specie di versione acustica vedo-non vedo, racconta Francesco Bianconi, autore e frontman della band toscana, che ha appena riportato nei negozi il suo secondo disco, La moda del lento.



Partiamo da questo «Minimal fantasma tour», Francesco?

«Visto i riscontri riscossi dal cd, ci piaceva l’idea di chiudere con un piccolo giro di concerti senza chitarra elettrica e batteria, per riportare i brani in una dimensione più nuda, in una sorta di strip tease emozionale, e mai integrale. Con me, Rachele Bastrenghi e Claudio Brasini, in scena ci saranno Ettore Bianconi alle tastiere, Alessandro Maiorino al basso, Diego Palazzo alla chitarra e al pianoforte e il quartetto AltriArchi. Quella di ”Fantasma” è stata la nostra prima vera tournèe teatrale, ci abbiamo preso gusto, è molto adatta al nostro fare musica e piace al nosto pubblico».



A cui proponete anche altri materiali, più datati. Compresi quelli di «La moda del lento»?

«Certo, insieme ad altre cose vecchie e qualche cover come ”Lady of a certain age” dei Divine Comedy che abbiamo tradotto in ”Signora ricca di una certa età”, ”Stranizza d’amuri” di Battiato, e ancora ”My autumn’s done come/Il mio autunno” di Lee Hazlewood e ”Avec le temps/Col tempo” del grandissimo Leo Ferrè».



Perchè questa ristampa, a dieci anni dall’uscita?

«Era il nostro secondo album, riuscì a farci uscire dal ghetto della band di culto, grazie anche ad un fortunato videoclip che ci portò su Mtv. Riportarlo sul mercato in versione cd e, libidine, anche lp, è soprattutto un omaggio ai nostri fans, ormai era fuori catalogo, un fans mi ha detto che l’aveva trovato su eBay a 300 euro. ”Arriva lo ye-ye”, ”Love affair”, ”Mademoiselle boyfriend” e ”La canzone di Alain Delon” sono valide, anche se forse invecchiate più di altre cose nostre, perché figlie di un periodo in cui ci interessava molto certo pop elettronico e abbiamo strafatto, peccando di ingenuità».



La ristampa è stata faticosa.

«È vero, incidemmo quell’album senza una vera etichetta discografica, con quella del primo cd avevamo rotto, e con il solo supporto economico dell’editore Bmg Ricordi che ci piazzò su una sorta di etichetta fantasma. Quando abbiamo proposto alla Sony la ristampa è stato difficile scoprire di chi erano i diritti, fino a scoprire che erano della stessa Sony».



Domanda di rito in questo periodo: progetti sanremesi?

«No, l’unico progetto che abbiamo, finito questo giro di concerti, sarà riposarsi per un po’, ”Fantasma” ci è costato molta energia. Come band, l’ho detto spesso, credo che possiamo fare a meno del Festival. Personalmente, come autore, potrei pure essere chiamato in causa: è successo in passato, e in giro ci sono diversi miei pezzi, chiestimi da interpreti che stimo. Non so, però, se vogliono andare all’Ariston, dove, ne sono sicuro, con Fazio ci sarà ancora una volta della buona musica. Ho solo paura che, passata la sua gestione, torni protagonista la noia e la restaurazione».
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