Quel "Vacanze di Natale" che torna tutti gli anni

Quel "Vacanze di Natale" che torna tutti gli anni
di Veronica Cursi
Lunedì 19 Dicembre 2016, 15:09 - Ultimo agg. 27 Dicembre, 10:53
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Quanti di voi riuniti al cenone di Natale almeno una volta non hanno pensato o sussurato con qualche parente: «E anche questo Natale se lo semo levati dalle...». O alle prese con qualche rimorchio in discoteca si sono dati scherzosamente delle arie: «Non sono bello, piaccio». E alzi la mano quanti romanisti non si sono ritrovati in quella scena memorabile la notte del 31 dicembre: «Secondo te dove lo festeggia il capodanno Toninho Cerezo? Secondo me dorme perchè è un professionista...». 
Perché diciamoci la verità non è Natale senza cinepanettone. Ma soprattutto non è Natale senza ricordare quello che per molti rimane l'unico, inimitabile, l'originale Vacanze di Natale '83. La pellicola cult da cui partirono 30 anni di successi senza mai raggiungere, però, lo straordinario consenso di pubblico che ebbe quel film.  Frasi che sono diventate ormai modi di dire nell'immaginario comune. Scene che si ripropongono anche oggi che tutto è diverso, oggi che c'è internet, gli smartphone, i social network e i reality show.

Girato a Cortina, sullo sfondo del boom economico degli anni '80, la pellicola dei Vanzina con Christian De Sica, Claudio Amendola, Jerry Calà, Stefania Sandrelli rappresenta in maniera perfetta le manie, gli stravizi, le mode, le caricature dell'Italia di quegli anni.
La famiglia Covelli, tipico esempio di generone romano che va in vacanza a Cortina, tutto pellicce e filippine al seguito: «Assunciòn, dichiarare il secondo». Per poi scoprire  - in una delle scene memorabili del film - che sono dei burini arricchiti di Frascati. Come dimenticare Christian De Sica  pizzicato a letto con il maestro di sci, il famoso «Zartolìn tenga la mutanda» e quella lite tra marito - l'indimencato Riccardo Garrone - e moglie («È colpa mia se c’abbiamo er fjo frocio!». «Eeh frocio! Bisex, moderno mamma, moderno») che dà luogo ad uno degli sketch comici per eccellenza che si concluderà con la frase: «Roberto è tuo padre che ti parla, ma ved d'annà a fan...».



E poi c'è l'altra faccia di Roma, i coatti che per la prima volta arrivano nella ricca e snobissima Cortina («Ammazza come pizzica… ». «Aho ma stamo sulle Dolomiti, mica a Grottaferata..»), interpretati da Claudio Amendola e da un mito della comicità romana, Mario Brega. Mitico quello scambio di regali, «A te t'ho fatto la cuffia cor transistor...».

E ancora, c'è il tipico milanese "cummenda" con la fissa per l'automobilismo e le belle macchine, reso perfettamente da Guido Nicheli: «Via della Spiga, hotel Cristallo: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi: Alboreto is nothing». E Billo, il piacione del nord, che sullo schermo ha la faccia di Jerry Calà.
Nel film c'è l'Italia da ridere. La fede giallorossa che unisce il pariolino Luca Covelli al borgataro Mario Marchetti «il famoso Mario della curva sud». Molte le battute che si rifanno alla Roma campione d'Italia dell'83: «Io a quella je do pure nove - dice Mario - Errore, 9 in pagella se da solo a Falcao», risponde Luca. «Errore tuo io a Falcao je do 10».
Insomma non basterrebbe tutto il web per raccogliere l'eredità comica che ci ha lasciato questa mitica pellicola.


 

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