Super Totò, sorrisi e canzoni tra segreti d'autore

Super Totò, sorrisi e canzoni tra segreti d'autore
di Davide Cerbone
Martedì 11 Aprile 2017, 11:27 - Ultimo agg. 14 Aprile, 09:16
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Un Totò ribelle, caustico, principescamente trasgressivo. Eccola, l'altra faccia - l'ennesima - della maschera insieme più aristocratica e popolare che Napoli abbia avuto. Una maschera dalle infinite espressioni: tutte irripetibili, tutte indimenticabili. Tutte insuperabili.

L'altra faccia di Totò la trovi negli spezzoni in cui la battuta prende a bersaglio gli autoritarismi e i luoghi comuni, mettendo così in subbuglio le certezze borghesi di un'Italia puritana, allarmata di fronte alle allusioni sessuali, e forse ancor più dinanzi a quelle politiche. Un'Italia, quella di metà Novecento, che bollò quei frammenti di geniale anticonformismo come irriferibili fonti di scandalo.

In film come «Totò cerca casa», «Dov'è la libertà...?», «Sua eccellenza si fermò a mangiare», «Totò e le donne», «I due marescialli» e «Totò sexy», il fuoriclasse del cinema e del teatro si prende gioco nientedimeno che dei carabinieri e della religione. Solo che nessuno fino ad oggi lo aveva mai saputo. Quella faccia mai vista prima, i suoi concittadini, e in particolare i lettori de «Il Mattino», la scopriranno stasera: dalle 19, al cinema Filangieri, i contributi inediti messi a disposizione dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale saranno il piatto forte del talk show che il quotidiano ha deciso di dedicare al principe della risata, cinquant'anni dopo la sua morte. Una ricorrenza che il giornale della città ricorderà ancora sabato prossimo con un inserto speciale di 32 pagine allegato al quotidiano.

Proprio da questo recupero dei guizzi negati prende il titolo la serata: «Il segreto di Totò» (in diretta streaming dalle 19 sul nostro sito). Un segreto che «Il Mattino» ha voluto rivelare, mettendo insieme alcune scene sottratte alle pellicole dalle forbici della censura. Una sorta di restituzione del «maltolto» che promette di aggiungere nuove perle ad una collezione già sterminata. Ma anche di dimostrare che Totò, a centodiciannove anni dalla sua nascita e a mezzo secolo dalla scomparsa, è ancora più vivo e moderno che mai. «Totò è mille cose che non finisci mai di scoprire. È futurista e surreale, va oltre i tempi ed è senza tempo», conferma senza esitare Francesco Paolantoni, che stasera offrirà al pubblico una sua personale versione di «'A livella», il celebre inno all'uguaglianza e alla pari dignità scritto nel 1964 da Antonio de Curtis. «Si tratta di una mia interpretazione, una rilettura con la quale ho destrutturato il testo, aggiungendo qualche gioco lessicale», anticipa Paolantoni. E, da comico, racconta le ragioni di un rapporto viscerale. «Al fatto di essere napoletano si aggiunge il mio mestiere. Sono cresciuto con Eduardo e Totò, e grazie a loro mi è venuta voglia di recitare e di far ridere. Per questo a Totò mi lega un profondissimo senso di appartenenza. In certi momenti, è come se lo avessi conosciuto, frequentato. Quasi come se fosse uno di famiglia. Da lui - riferisce l'attore - ho assorbito i tempi e la sua cattiveria. Aveva una meravigliosa perfidia nei confronti delle sue spalle, e io inconsapevolmente l'ho replicata. Quali film consiglierei ad un ragazzino? Mi fanno impazzire Guardie e ladri, La banda degli onesti e Totò, Peppino e la malafemmina. Ecco, comincerei da questi tre grandi classici. Secondo me si dovrebbero inserire nei programmi scolastici».

Nel talk show ospitato dal multisala di via Filangieri, dunque, le immagini di Totò spunteranno protagoniste anche nel filmato di montaggio firmato dal Luca Apolito per il Giffoni Film Festival. Al fianco di Paolantoni, della sua rilettura comica della poesia del principe, non mancheranno momenti musicali. Come quello dei Virtuosi di San Martino, che renderanno omaggio alla suprema marionetta rileggendo «Filumè», una sua canzone, e un curioso rap, prima di presentare il 27 aprile, al teatro Trianon, con «Totò, che tragedia!», prodotto dalla Regione Campania nell'ambito del cartellone degli omaggi totoisti. Come quello di Sal Da Vinci, che si produrrà in un'inedita interpretazione di «Malafemmena», per sola voce e sassofono, quello di Marco Zurzolo. «Una canzone intramontabile, dalla storia affascinante. Una canzone di gelosia. Ci sono codici di grande emotività riconosciuti in tutto il mondo, e Malafemmena è uno di questi episodi. Verrò con grande piacere ad omaggiare il mio zio Antonio de Curtis, lo zio di tutti i napoletani. Siamo di fronte ad un miracolo vivente, un personaggio che con la sua arte è riuscito a passare di padre in figlio, di generazione in generazione. Questo non è accaduto a nessun altro artista della sua epoca. Totò è entrato nelle case delle persone e ci fa ancora compagnia. Totò ancora oggi si siede a tavola con te».

Proprio in virtù di questa sua forza inesauribile, secondo il cantante, la comicità di Totò meriterebbe maggiore attenzione. E coraggio. «I suoi film vengono trasmessi soprattutto nelle tv locali, di mattina o a notte fonda. Io vorrei vedere un grande film restaurato di Totò in prima serata su Raiuno. Come vorrei vedere in prima serata Mastroianni, la Loren, Gasmann, Antonioni, Rosselini. Nelle altre nazioni sono attenti al passato, alle origini: in Portogallo si suona il fado, in Spagna il flamenco. Noi ci vergogniamo della tarantella». Ma l'omaggio più atteso è quel museo che a cinquant'anni dalla morte del grande attore potrebbe finalmente aprire. «Servirebbe a far capire a napoletani e turisti la grandezza di Totò. Una grandezza che resiste ai tempi. E sarebbe anche un motivo di orgoglio per un quartiere popolare come la Sanità, pieno di belle realtà». Intanto, tra qualche ora si va in scena al Filangieri e si svela il segreto di Totò.
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