Maurizio De Giovanni: «Non solo gialli, scrivo un film per Gassmann»

Maurizio De Giovanni: «Non solo gialli, scrivo un film per Gassmann»
di Ida Palisi
Venerdì 17 Agosto 2018, 10:00
4 Minuti di Lettura
Il commissario Ricciardi come Superman. Anche lui un diverso, anche lui con i superpoteri. È storia nota che il poliziotto visionario di Maurizio de Giovanni sia stato ispirato da una zingarella che l'allora aspirante scrittore pensò di poter vedere solo lui. Finora però ignoravamo, invece, che il giallista più popolare d'Italia da giovane leggeva i fumetti su Clark Kent e che questa storia del soprannaturale gli è cresciuta dentro, mentre da ragazzo giocava a pallanuoto (in nazionale), si laureava in Lettere Classiche e si rifugiava a casa a leggere.

De Giovanni ora non ci deluda dicendoci che leggeva i porno mentre i suoi amici andavano a divertirsi.
«I porno proprio no, perché all'epoca ti marchiavano nella società se ti facevi beccare con un giornaletto così. Leggevo soprattutto la fantascienza di cui ero appassionato e che consiglio a tutti perché è estremamente formativa: Asimov, Arthur C. Clarke, Ray Bradbury, Clifford Simak, Frederik Pohl sono autori importantissimi per chi racconta storie».

E quindi Ricciardi è nato pure dalla fantascienza?
«In parte, e anche dal riconoscimento enorme del nascosto all'interno della normalità. Sono convinto che la lezione di King sia quella, nella letteratura mondiale. E poi da bambino leggevo Superman: anche lui è stato formativo per Ricciardi, per la sua solitudine derivante dall'essere diverso, dalla sovra-normalità che è comunque una diversità».

A proposito del suo commissario: c'è o non c'è questa fiction?
«Ho consegnato le sceneggiature, penso che sarà messo in produzione il prossimo anno anche se non ci sono ancora né cast né regia. Su Ricciardi sono molto meno tranquillo che sui Bastardi, si sa. Per loro invece è confermata l'uscita di settembre della nuova serie, il cast è uguale: ci saranno tre puntate dagli ultimi romanzi e altre tre inedite. Sono contento della nuova, bellissima regia di Alessandro D'Alatri: chi ha visto la prima serie troverà in questa un salto in avanti».
 
Con Gassmann che fa Lojacono in tv lei ha ormai un sodalizio artistico. Dopo le sceneggiature teatrali su misura per lui, ora c'è in ballo anche un film.
«Sì, Alessandro Gassmann sarà il regista e probabilmente anche l'interprete di un film tratto da un mio testo originale, scritto apposta per questo progetto. Non sarà un giallo ma una commedia familiare, e il produttore dovrebbe essere la Paco Cinematografica, che ha prodotto film d'autore come La migliore offerta. Il resto è top secret, tranne che sono molto contento di partecipare».

Intanto un'estate super impegnata per lei.
«Per me è sostanzialmente simile a qualsiasi altra stagione, poiché devo dedicarmi sia alla scrittura che ai miei romanzi usciti quest'anno: l'ultimo di Ricciardi e Sara al tramonto vanno seguiti con attenzione e con un certo spirito di sacrificio, devo fare molte presentazioni e partecipare a festival. L'estate di uno scrittore è come quella di un qualsiasi uomo di spettacolo: devi girare e vedere lettori ovunque. Mi piace molto il contatto con la gente, un po' più faticoso invece è andare su e giù per l'Italia».

E il suo amato Cilento, tanto presente tra le pagine della saga anni '30?
«La parentesi cilentana da mia madre è imperdibile, però per poter stare un po' con lei ho dovuto inserire delle date di presentazione anche da quelle parti. Purtroppo è sempre tutto molto frenetico attorno a me, sono costretto a trovare le ragioni del silenzio anche in mezzo al caos. Voglio fare un po' di spazio, cercare di ristabilire le priorità delle cose utili e inutili, mettere ordine».

Si dà alla lettura in questo spazio di sospensione?
«Mi ci dedico sempre, non c'è mai un momento di liberazione. Trovo che sia il modo migliore di viaggiare. E poi sono un lettore onnivoro, non mi sono mai fossilizzato su un genere o su un altro, mi piace tanto anche la letteratura umoristica e ho letto Guareschi, Campanile, Jerome. Anche se i miei maestri sono Ed McBain e Stephen King, uno scrittore da svago che ha raggiunto punte altissime. Anche io sono felicemente uno scrittore da ombrellone: non la trovo una diminutio, quelli al mare sono i momenti che uno dedica se stesso e alla lettura.

Dopo la confessione su Superman, ora non ci consigli solo scrittori trapassati.
«No! Anzi, mi piacciono tanto scrittori di oggi come Piergiorgio Pulixi e Cristina Cassar Scalia con il suo Sabbia nera. Io leggerò l'ultimo romanzo di Lansdale e poi quello di Anna Folli MoranteMoravia sulla loro storia d'amore. Non sono invece contento dei cinque libri in finale allo Strega, mi hanno lasciato un po' freddo mentre Le otto montagne di Cognetti che ha vinto lo scorso anno mi è piaciuto».

Tornando ai fumetti, oggi le piacciono ancora, visto che Ricciardi è diventato un graphic novel?
«Il genere mi piace molto e ai fumetti preferisco le storie ampie, opere serissime spesso e molto belle, come quelle dello spagnolo Paco Roca».

Con i suoi colleghi di genere siete rivali o fate un piccolo club del giallo?
«Siamo tutti amici, è segno del bel momento per la narrativa nera italiana ma anche del fatto di scrivere cose diverse gli uni dagli altri da non essere in concorrenza. Leggo tutti con grande piacere e li consiglio: Carlotto, De Cataldo, Carrisi, Carofiglio Sono scrittori di straordinaria bravura, come altri: penso a Manzini, Morchio, Pandiani, e ai napoletani Marone, Bilotti, De Silva, Petrella, Venditto, Virgilio, Montesano. Ci sono tantissimi straordinari scrittori in questa città».
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