​Maggie Gyllenhall: «Porto Elena Ferrante al cinema con la sua benedizione»

Maggie Gyllenhall: «Porto Elena Ferrante al cinema con la sua benedizione»
di Francesca Scorcucchi
Venerdì 23 Novembre 2018, 12:00
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La sceneggiatura, produzione e regia di un film tratto da La figlia oscura di Elena Ferrante, la seconda stagione di «The deuce» - che racconta l'ascesa, negli anni Settanta, dell'industria del porno a New York e il ruolo da protagonista in «Lontano da qui», in uscita il 13 dicembre in Italia, film di difficile definizione (è insieme un thriller, un horror e un giallo) che racconta l'attaccamento di un'insegnante di periferia nei confronti di un bambino artisticamente molto dotato.

Maggie Gyllenhall, una nomination all'Oscar nel 2010 per «Crazy heart», figlia e sorella (Jake è suo fratello minore) d'arte, abituata ai set cinematografici sin da quando era bambina, ha una predilezione per i piccoli film indie, come «Lontano da qui», che dopo l'uscita al cinema sarà fruibile anche su Netflix, e come quello tratto dal romanzo di Elena Ferrante La figlia oscura, di cui ora sta curando la sceneggiatura e che segnerà il suo debutto alla regia: «Ho letto tutti i libri di Elena Ferrante», racconta l'attrice e produttrice, «e un giorno mi sono decisa a scriverle una lettera». Si era innamorata di quel romanzo del 2006, scritto prima di iniziare la tetralogia più famosa degli anni Duemila.

Elena Ferrante è uno pseudonimo, una scrittrice senza volto. Come l'ha contattata?.
«Sono riuscita a mettermi in contatto con lei e a sottoporle la mia idea, quello che avrei voluto fare con il suo romanzo, le dissi che mi sarebbe piaciuto produrlo. Dopo qualche tempo ricevetti la risposta».
 
Sempre via email?
«Sì, mi ha risposto che avrei potuto avere i diritti del libro solo se lo avessi diretto io. Ero scettica, non ho mai diretto un film, ma come potevo dire di no alla mia scrittrice preferita? In fondo era lei, un'artista che ammiro tantissimo, che praticamente mi diceva che avrei potuto farcela, che ne avevo le capacità. Si vede che le piacevo davvero, perché poi ha scritto sul Guardian di questa operazione, spiegando che era importante per le donne che il film tratto da un suo libro fosse diretto da una donna, augurandosi persio che il film non fosse costretto nella gabbia nella quale era stato costruito il libro».

Insomma, dopo aver scelto Costanzo per «L'amica geniale», sceglieva una regista. E le dava anche il permesso di fare modifiche. Ne ha fatte?
«Qualcuna. Prima di tutto il mio racconto non è ambientato nel Mezzogiorno, ma negli Stati Uniti».

«La figlia oscura» parla di Leda, un'insegnante, inglese divorziata da tempo, tutta dedita alle figlie e al lavoro. Ma le due ragazze - che in qualche modo anticipano Lila e Lenù - partono per raggiungere il padre in Canada. Ci si aspetterebbe un dolore, un periodo di malinconia. Invece la donna, con imbarazzo, si sente come liberata e la vita le diventa più leggera. Decide di prendersi una vacanza al mare in un paesino del Sud. Ma, dopo i primi giorni quieti e concentrati, l'incontro con alcuni personaggi di una famiglia poco rassicurante scatena una serie di eventi allarmanti. Anche «Lontano da qui» racconta di un'insegnante.
«La professoressa che interpreto in Lontano da qui è una donna piena di contraddizioni, che cerca uno sfogo alla sua creatività soffocata attraverso il talento di un ragazzino».

È una donna complicata. Negli ultimi anni ha interpretato molte donne complicate. Una di queste è Candy la prostituta che fiuta l'affare dell'industria del porno nella serie tv «The deuce», da noi in onda su Sky, giunta alla seconda stagione.
«La cosa mi piace di questa serie è che, di solito, della vita di una prostituta si racconta solo l'aspetto professionale. Invece di Candy il pubblico conosce anche la vita privata. La vede figlia, madre e certo, anche donna d'affari».

Lei è diventata famosa, nel 2002 con il film erotico «The secretary». Sembra perfettamente a suo agio a parlare di sesso, al cinema e in tv.
«Il sesso è una parte così interessante dell'essere umano, dell'essere vivo, chi non è interessato all'argomento? Io sono interessata alla mia sessualità, ora che ho 40 anni è diversa da quella che praticavo a 20. Il sesso è un modo di comunicare senza parole. No, davvero non ho remore a parlare di una cosa così bella e importante».

Senza limiti?
«Recentemente io e mio marito (l'attore Peter Sarsgaard, n.d.r.) stavamo guardando un film. C'era questa lunga scena d'amore, lunghissima, senza nessun taglio, davvero molto lunga. Alla fine Peter mi dice: Sono proprio contento di non essere stato io a dover fare quella scena. Ecco, una scena così forse avrei difficoltà a girarla. Credo che occorra essere molto attenti. Soprattutto se sei sposata e hai dei figli. Cose così possono creare confusione».

Nella sua mente o in quella di suo marito?
«Nella mia, nella mente di chi gira quelle scene. È indispensabile avere un partner professionale sul set e un regista responsabile e io sono fortunata perché mio marito non è geloso, anzi è più a mio agio di me, nel vedermi protagonista di certe scene».

Guarderà la serie tv tratta da «L'amica geniale» della Ferrante?
«Certamente, non vedo l'ora».
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