«Loro», il Berlusconi di Sorrentino destinato a fare polemica

«Loro», il Berlusconi di Sorrentino destinato a fare polemica
di Titta Fiore
Martedì 13 Marzo 2018, 11:05
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La voce. L'inflessione è la sua. «Ma te che cosa ti aspettavi, di poter essere l'uomo più ricco del Paese, fare il premer e che anche tutti ti amassero alla follia? «Sì, io mi aspettavo proprio questo».

Le immagini. La calotta compatta di capelli è la sua. Lui inquadrato di spalle, mentre guarda le ragazze sculettanti del bunga bunga. Le «cene eleganti», le coppe vinte dal Milan, il giuramento da primo ministro nelle mani di un Presidente alto e solenne come Napolitano, la disperazione di Veronica accasciata ai piedi di una veranda nel parco di Arcore. I cortei di auto blu che sfrecciano nella notte di Roma capitale della politica e del malcostume. E Dudù, il cane condiviso con Francesca Pascale, al centro di un letto disfatto. Il lettone di Putin?
 

Le prime sequenze dell'attesissimo film di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi raccontano questo. Parlano di un'Italia decadente e decaduta, di un potere al tramonto o pronto a risorgere dalle proprie ceneri, chissà, di grandi bellezze sfregiate, di ambizioni sfrenate e delusioni cocenti. Descrivono l'ubriacatura di un ventennio che si pensava già storia e proiettano le loro luci sincopate e tecno, le loro ombre angosciose, in un presente senza cesure.

«Loro», il titolo è confermato, descrive non solo un uomo, ma un mondo. Silvio B., in questo film, è la cartina di tornasole di un pensiero condiviso. È l'arcitaliano di fine secolo con il mito del successo. L'uomo che voleva tutto e se l'è preso. E, in più, peccato mortale, pericolosa ingenuità, desiderava essere amato da amici e nemici. Desiderava, più di tutto, piacere. E «loro», la sua corte, gliel'ha lasciato credere.
 
Dato per certo al prossimo Festival di Cannes, dove Sorrentino è amatissimo, già pronto per i mercati internazionali, questo affresco corale sui sussulti di una società survoltata promette di fare scintille. «Da italiano, mi piace raccontare gli italiani. E attraverso Berlusconi posso parlare di un intero Paese» aveva detto il regista sulla Croisette, giusto un anno fa. E infatti, a differenza de «Il Divo» modellato sulla figura enigmatica di Andreotti, qui l'effetto cronachistico è molto meno palese, i personaggi sono piuttosto dei caratteri, degli archetipi che svariano dal grottesco al drammatico, secondo lo stile visionario del premio Oscar napoletano.

Toni Servillo, l'attore feticcio di Sorrentino, entra in scena nei panni tagliati su misura dai fratelli Attolini per l'ex premier quasi dopo un'ora di film, quando gli ambienti, i comprimari e lo sfondo della narrazione sono ben definiti. Nel cast ricchissimo Elena Sofia Ricci presta il volto a Veronica Lario, Riccardo Scamarcio interpreta un personaggio alla Giampaolo Tarantini, il faccendiere pugliese accusato di aver organizzato il giro di ragazze che gravitavano intorno a Berlusconi e ai suoi ospiti delle cene eleganti, Roberto Herlitzka è un consigliere esperto, felpato e ascoltato al pari di Gianni Letta, Giovanni Esposito il fido chansonnier Mariano Apicella, Anna Bonaiuto si è calata nei panni di Michela Vittoria Brambilla, Ugo Pagliai sarà Mike Bongiorno, amico degli anni d'oro di Fininvest, nel teaser trailer diramato ieri dalla Universal Kasia Smutniak balla sui tavoli una sensuale danza del ventre...

Sarà «una storia d'amore», come disse Veronica Lario dopo un incontro con Sorrentino, e il racconto della storia recente del Belpaese, strettamente intrecciata con le vicende di Silvio B? «Voglio mostrare l'uomo che sta dietro il personaggio pubblico», ha centellinato il regista. L'uscita a ridosso di elezioni che hanno ribaltato ancora una volta il quadro del nostro establishment rende l'interesse per il film ancora più vivo. «Spero non sia un'aggressione politica contro di me» si era augurato il leader di Forza Italia, arrivando a offrire a Sorrentino le sue ville di Porto Rotondo come set iperrealistico. Dimore lussuose, panorami mozzafiato, segrete stanze del potere, certo: ma «Loro» non dovrebbe racccontare l'intera parabola del Cavaliere, non gli anni della «discesa in campo» e della conquista, quanto quelli della «caduta», degli scandali e del cono d'ombra. Scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarello, prodotto da Indigo con Pathé e France 2, il film dura, al momento, tre ore abbondanti e potrebbe arrivare nelle sale diviso in due parti. Un esperimento audace, ma non insolito: anche «La meglio gioventù» di Marco Tullio Giordana fu proposto con successo in due segmenti e prima ancora c'era stato il monumentale «Heimat» di Edgar Reitz a fare da apripista.
 
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