E oggi, poche ore dopo l'esternazione della regista, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che l'aveva festeggiata dinanzi a un Massimo tutto esaurito insieme a tanti artisti, da Luca de Filippo a Isa Danieli, lo ha annunciato ufficialmente anticipando la motivazione: «per aver dimostrato nella sua storia un legame fortissimo con Napoli, con la sua cultura e con il Sud di cui Napoli è capitale e anche perchè, non da ultimo, ha espresso belle parole nei confronti della nostra città».
Poi una nota personale: «Uno dei primi film che ho visto è stato proprio «I Basilischi», ambientato a Palazzo San Gervasio in Lucania dove mio nonno esercitava professione di pretore: fu lì che incontrò la sua futura moglie», ha raccontato de Magistris a una divertita Wertmuller, accompagnata proprio da uno degli attori del suo film d'esordio, Tony Petruzzi.
La Wertmuller ha girato a Napoli molti dei suoi film più noti, da «Complicato intrigo di donne» a «Io speriamo che me la cavo», «Ferdinando e Carolina» e film per la tv come «Mannaggia alla miseria» e «Francesca e Nunziata» con l'amica di sempre Sofia Loren.
Nonno napoletano, anche il marito, lo scenografo Enrico Job era nato a Napoli, Wertmuller ha scoperto e valorizzato attrici partenopee come Valeria Golino e Lina Polito. Per il filosofo Sebastiano Maffettone, consigliere per la cultura della presidenza della Regione Campania «Lina Wertmuller ha celebrato e spesso difeso Napoli meglio dei napoletani».