Oltre un anno di preparazione nelle varie periferie napoletane, parlando con i preti, ma alla fine la scelta della location è caduta su un quartiere a est di Napoli, Ponticelli. «Ho visto tanta miseria e, insieme alla squadra produzione, abbiamo cercato di coinvolgere le persone. In molti hanno partecipato come comparse - dice Marra, che precisa - Non sono mai sceso a patti con la camorra, sarebbe un controsenso. Ho girato tre film a Scampia, se fossi stato avvicinato dalle organizzazioni criminali me ne sarei andato». 'L'equilibriò. Quello che non tarda a vacillare quando Don Giuseppe, da poco arrivato nel quartiere, si immischia in questioni criminali, con la volontà di apportare cambiamenti. «Più che giudicare, il mio film vuole porsi degli interrogativi. Qual è il ruolo di un sacerdote in territori così difficili? - si chiede il regista e sceneggiatore - Ho pensato a due figure: una figura che riesce a mantenere gli equilibri e un'altra che non ha freni. Spesso - continua Marra - le idee dei due personaggi si sovrappongono. Proprio questa dicotomia è una delle ricchezze di questo film».
Un'interpretazione da incorniciare quella di Borrelli, reduce da un'affascinante recita in 'Sanghenapule' (2016) prodotto con Roberto Saviano. «Mi sono subito artisticamente innamorato di lui - dice Marra, riferendosi a Borrelli - I miei provini sono sempre molto duri, includono prove fisiche.
Mi serviva un sacerdote come lui, un uomo possente che potesse avere reazioni forti. Un leone religioso, non una pecorella smarrita». Sui progetti futuri, invece, il regista resta vago ma confessa di aver già scritto qualche storia. «Ora servono solo i soldi di un produttore», scherza.