John Savage, lo spirito di Hair a Ischia: «Dio salvi l'Europa»

John Savage, lo spirito di Hair a Ischia: «Dio salvi l'Europa»
Domenica 9 Luglio 2017, 20:28
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John Savage, ovvero lo spirito di Hair a 50 anni della Summer Love che infiammò il mondo: «Forse solo inconsciamente ma mentre giravo quel film, e il Cacciatore, sapevo di star facendo qualche cosa di storico. Hair è rimasto nel cuore di tutti, è ancora attualissimo con il suo messaggio». Alla manifestazione Ischia Global fest per ritirare l'Art Award il 68enne attore americano che fu Charles Bukowski nel manifesto eterno del pacifismo, il musical di Formann, parla anche dell'America di oggi «dove si tagliano le spese per l'istruzione ma anche per la musica e lo sport nelle scuole e si punta sugli armamenti» un paese che evidentemente non gli piace «anche pensando alla questione del clima. Quelli della mia generazione avrebbero dovuto vederlo risolto da tempo e invece di studiare le energie alternative che potrebbero dare nuovi posti di lavoro si continua a finanziare la guerra. Penso che l'Europa debba tornare ad essere leader del mondo, con i suoi valori. L'Europa potrebbe salvarci. Anche nel cinema c'è bisogno di storie e le migliori arrivano proprio dal vecchio continente».

Savage oggi è un signore tranquillo che si dedica ai film-family, l'ultimo uscito anche in Italia è “Teen Star academy” nel quale recita accanto alla sua giovane e bella compagna Blanca Blanco che lo accompagna anche a Ischia. Impossibile non ricordare con lui l'esperienza del “Cacciatore” di Michael Cimino «Un set stressantissimo, ricordo ancora i rischi che corremmo in Tailandia tra sommovimenti politici e rapine. E poi le critiche che ferirono tanto Cimino, come quella di Jane Fonda che bollò il film come fascista. Cimino ne soffrì molto, lui voleva solo raccontare il Vietman e le sue storia. Era un amico, inchiodato dal sistema degli studios, e le critiche dopo “I Cancelli del cielo” lo distrussero, il business schiacciò la sua creatività».

Ama l'Italia e il cinema italiano, il suo cult è “Roma città aperta”, «visto a cinque anni con i sottotitoli, sarebbe utile che anche oggi in America i ragazzi potessero vedere opere del genere». Tra i grandi film di Savage anche “La sottile linea rossa” di Malick e “Il Padrino Parte III” di Coppola, Mariàs Lovers di Konalovskij. In questi giorni, ha appena terminato di girare un film a Siena su un fotoreporter di guerra (The Last full measure dove ancora una volta, proprio come nel Cacciatore, è un reduce del Vietnam, ma nella parte oggi di un veterano), ora è impegnato in un nuovo progetto prodotto dall'italiano Enrico Pinocci che racconterà di sei bambini e un nonno. «Non è una contraddizione dedicarsi a film per le famiglie - spiega Savage - credo che sia utile dare una visione del mondo leggera, piena di speranza». Come quella di un sogno californiano di cinquanta anni fa.
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