James Cameron: «Racconto la natura: dobbiamo salvarla»

James Cameron è il produttore di «Secret of the octopus», adesso su Disney+: «Dopo balene e pinguini tocca ai polipi Sono creature incredibili, e, poi, conoscere gli animali ci dovrebbe insegnare a rispettare loro e il...

The secrets of the octopus
The secrets of the octopus
di Matteo Ghidoni
Domenica 28 Aprile 2024, 07:19 - Ultimo agg. 1 Maggio, 10:24
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In occasione della Giornata della Terra Disney+ ha regalato ai suoi abbonati il debutto di «Secrets of the octopus», miniserie targata National Geographic e prodotta da James Cameron, vincitore di tre Oscar, che svela lati sconosciuti delle vite enigmatiche di alcuni fra i più affascinanti abitanti degli oceani: i polpi.

A causa dell’alto contenuto di emocianina, che lega l'ossigeno con il rame invece che con il ferro come avviene negli esseri umani, il loro sangue è blu.

Hanno tre cuori e la capacità di cambiare colore e forma a loro piacimento. Ma dietro le magnificenze biologiche si cela un regno misterioso che sorprenderà chiunque non conosca già a fondo questi animali, cefalopodi maestri di adattamento e ingegno. La loro intelligenza è paragonabile a quella di molti loro simili terrestri, riescono a risolvere problemi complessi e hanno una straordinaria capacità di navigare in ambienti a loro sconosciuti.

In chiamata zoom, direttamente dal set di «Avatar 3», Cameron comincia spiegando cosa lo spinga a prendere parte a progetti di questo tipo: «Con Nat Geo abbiamo già fatto diverse docuserie intitolate “The secrets of”, con diverse specie, dalle balene fino ai pinguini e alle api. La quantità di informazioni che ci vengono fornite dalla scienza sugli animali è quasi infinita. Ho in progetto di fare ancora molte serie di documentari di questo tipo in futuro. Io mi considero un uomo che lotta per la conservazione e la tutela della natura. Preservare gli ecosistemi marini per le generazioni future è fondamentale in un mondo in cui tutelare l’ambiente è sempre più difficile. Per questo penso che se riusciamo a far innamorare le persone di determinate specie e le portiamo ad avere un rispetto più profondo per il pianeta, riusciremo a essere più forti e a combattere questa guerra insieme. Non solo economicamente ma anche politicamente e socialmente».

Un amore sincero per gli animali quello del regista di «Titanic», ma anche un’ammirazione particolare per i polpi: «È studiando biologia in università che ho iniziato a interessarmi veramente di loro, è lì che sono venuto a conoscenza delle prime storie che li riguardavano. Sono in grado di aprire barattoli chiusi per prendere il cibo che c’è dentro, sanno risalire la chiglia di una nave per andarsi ad arrotolare attorno alla gamba di un biologo marino con cui hanno stabilito un rapporto particolarmente stretto. Ai tempi non conoscevo ancora il loro sistema neurologico, ma già mi rendevo conto della loro incredibile intelligenza. Da autore di fantascienza, ho sempre pensato che quando finalmente vedremo una navicella spaziale fermarsi sopra la Casa Bianca e fare uscire una rampa, quello che vedremo scendere per primo sarà probabilmente qualcosa di simile al tentacolo di un polpo. Ci sono così tanti più mondi fatti di acqua o ghiacciati nell’universo, che credo che questa sia una delle tesi più probabili».

Al di là delle ipotesi futuristiche, per il regista nato in Canada il 16 agosto 1954 gli ambienti marini hanno sempre avuto un’enorme fascino: «Per me è stato un vero privilegio poter imparare così tanti più dettagli su tutte le creature che abbiamo raccontato grazie a questa serie. I molluschi ottopodi hanno incredibili capacità comunicative e di mimetizzazione, sono come degli schermi al led biologici. Resterete a bocca aperta vedendo cosa sono in grado di fare».

Cameron e il suo team hanno lavorato per anni alla serie, nei mari di tutto il mondo, usando avanzate tecnologie, «strumenti di ricerca high-tech, come la Ocean Explorer, una della barche che abbiamo utilizzato. Per fare ricerca a certe profondità, sono necessari equipaggiamenti di ultima generazione e costosissimi. In questo caso, però, devo dire che spesso le cose più interessati le abbiamo trovate in superfice, avremmo quasi potuto lavorare con maschera e boccaglio. Più dei soldi serviva la pazienza e il tempo. La dottoressa Alex Schnell, che sarà al centro della narrazione e i vari videomaker, hanno passato tantissimi giorni in mare. Ore e ore di osservazione che ci hanno permesso di capire a fondo strategie di accoppiamento, tattiche di caccia, capacità di difendersi. Diverse piccole squadre, sparse in giro per il pianeta, hanno lavorato per anni con grande dedizione, per raccogliere le incredibili riprese subacquee».

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