«Il pugile del Duce», ecco il docu-film sull'atleta nero oscurato dal regime

Leone Jacovacci
Leone Jacovacci
di Michela Greco
Venerdì 10 Marzo 2017, 08:46 - Ultimo agg. 12:49
2 Minuti di Lettura
Il 24 giugno 1928 Leone Jacovacci, un italiano nero (di padre romano e madre congolese) vinse il match di pugilato che lo incoronava campione europeo dei pesi medi davanti a 40mila spettatori. Eppure il suo nome ci suona completamente sconosciuto, al contrario di quello di Primo Carnera, boxeur scelto per incarnare il fascismo ed esaltato in quanto simbolo, mentre il campione nero imbarazzava il regime e anche la stampa.

«Non può essere un nero a rappresentare l’Italia all’estero», scrisse un noto giornalista dopo l’incontro, mentre il filmato dell’Istituto Luce si interrompe prima della vittoria, censurando le immagini di Jacovacci trionfante. A recuperare la memoria di questa vicenda emblematica è stato prima il sociologo Mauro Valeri, autore della biografia Nero di Roma e poi Tony Saccucci con il documentario Il pugile del duce, nelle sale dal 21 marzo, in occasione della Giornata mondiale contro il razzismo. Realizzato pescando nello sterminato e prezioso archivio del Luce, il film rievoca la parabola straordinaria di un ragazzino che, nell’Italia degli anni 20, cerca di fuggire dalla propria identità discriminata.

Cambia paese e persino nome, per poi tornare in patria da campione e pretendere la cittadinanza. Ma non era il solo. «Nessuno sa che nella Prima Guerra Mondiale c’erano quattro ufficiali neri italiani - ha spiegato Valeri - Il primo aviatore nero al mondo era italiano, ma il fascismo ha oscurato queste figure». Una verità semplice e terribile: «Mussolini ha orchestrato la rimozione dei neri - ha aggiunto il regista, che è anche insegnante di storia - Non parlarne equivaleva a non farli esistere, perché la storia non è che una ricostruzione della politica in base alle esigenze del presente». In quel presente c’era il fascismo, ma questo campione è sconosciuto ancora oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA