Verdone: per i giovani attori troppi serial
il cinema è un'altra cosa. E va studiato

Carlo Verdone
Carlo Verdone
di Ilaria Ravarino
Sabato 8 Aprile 2017, 17:29 - Ultimo agg. 17:59
2 Minuti di Lettura
Lecce - «Per Sorrentino, ne La Grande Bellezza, avrò fatto undici pose. Ma lo rifarei immediatamente. Se mi chiamasse di nuovo ci andrei di corsa, anche se non credo che possa accadere: lui sta preparando il suo film e io sto preparando il mio». Da ieri al festival del cinema europeo di Lecce, per assegnare a “La ragazza del mondo” di Marco Danieli il Premio Mario Verdone all’opera prima, Carlo Verdone è tornato a parlare di “crisi” del cinema italiano.
Una crisi con tanti responsabili, tra cui gli stessi attori: «Oggi vogliono essere tutti protagonisti, nessuno vuole fare la spalla. E non c’è niente di più sbagliato, per il cinema e per la carriera: il caratterista lavora tutta la vita, mentre chi sbaglia un ruolo da protagonista rischia di non lavorare mai più». E non possono essere solo le commedie, «tantomeno quelle di un personaggio pur straordinario come Zalone», gli unici film a permettere alle sale cinematografiche di sopravvivere e rimanere aperte: «Abbiamo un pubblico diseducato ad andare al cinema. Quelli che vanno in sala hanno i capelli bianchi, sono anziani, mentre i giovani sono incollati alle serie tv. Magari sanno tutto di Tarantino ma non hanno idea di chi sia Blasetti o Germi. Il cinema andrebbe studiato a scuola, alle superiori. Non ho niente contro le serie tv, che sono anche belle, per carità. Ma è il cinema oggi ad aver bisogno di aiuto».
Ma una salvezza, per Verdone, c’è. Ed è il talento dei giovani autori: «C’era più coraggio nelle dieci opere prime che abbiamo selezionato per il nostro premio che nei film usciti nelle sale in maniera più canonica nell’ultimo anno. C’è una nuova generazione di cineasti che si sta facendo valere, e che porta avanti un cinema nuovo e coraggioso. Sono liberi dagli schemi, ci mettono l’anima e si sente». Nel suo futuro, oltre al film in preparazione con Ilenia Pastorelli («Non me l’ha proposta nessuno. Semplicemente, c’era un personaggio nella sceneggiatura che poteva interpretare solo lei») e un secondo progetto “in attesa”, Verdone avrebbe il sogno di fare da tutor «a qualche giovane attore, come fece Sergio Leone con me». Attori under 30, talentuosi, alle prime esperienze. Molti dei quali, oggi, si esibiscono in rete: Casa Surace, The Jackal, il collettivo de Il milanese imbruttito. «Li guardo, questi talenti del web, li conosco. Però vorrei dire una cosa: un conto è saper fare uno sketch, un conto è reggere un film. Per fare cinema ci vuole una qualità diversa».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA