Bertolucci, commozione in Campidoglio: il bacio della Sandrelli per l'ultimo saluto

Bertolucci, apre la camera ardente in Campidoglio: Storaro e Veltroni fra i primi ad arrivare
Bertolucci, apre la camera ardente in Campidoglio: Storaro e Veltroni fra i primi ad arrivare
Martedì 27 Novembre 2018, 11:14 - Ultimo agg. 28 Novembre, 21:36
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Il bacio inviato da Stefania Sandrelli al grande regista, le lacrime di Alba Rohrwacher arrivata con Saverio Costanzo, la commozione sui volti, fra gli altri, di Vittorio Storaro, Laura Morante, Dario Argento («Bernardo è stato il più grande regista della sua generazione» dice con un filo di voce) Nanni Moretti, i ragazzi di una prima classe del liceo Avogadro di Roma, che fra i primi hanno reso omaggio al cineasta. 
 

 

​Sono fra le immagini forti che hanno segnato la camera ardente di Bernardo Bertolucci, allestita oggi per l'intera giornata nella Sala della protomoteca del Campidoglio. Davanti alla bara aperta, con le corone della Sindaca di Roma Virginia Raggi e del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, tanti gli amici, i colleghi, i collaboratori, che insieme alla gente comune hanno salutato l'autore de L'Ultimo imperatore, scomparso ieri a Roma, e al quale sarà dedicata anche una cerimonia di commemorazione al teatro Argentina di Roma il 6 dicembre. 
 

Fra gli altri, c'erano Giuseppe Tornatore, Mario Martone, Walter Veltroni, Ignazio Oliva, Piergiorgio Bellocchio, Paolo Taviani e Citto Maselli, l'ex compagna di scuola Simona Marchini («leggevamo insieme i temi»), Francesco Rutelli, Maria Sole Tognazzi, Regina Orioli, Isabella Ferrari («Bernardo ha proiettato il cinema nel futuro, nel secondo '900 c'è solo lui»), Jacopo Olmo Antinori, che è stato il giovanissimo protagonista, insieme a Tea Falco, di Io e te,l'ultimo film (2012). «Quando si perdono delle personalità e degli artisti come Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, diventiamo volenti o nolenti tutti più poveri - ha detto con la voce tremante per l'emozione Stefania Sandrelli, circondata da telecamere e giornalisti -. Bernardo è stato per me un amico paterno. Mi ha teso una mano e abbiamo fatto un percorso in avanti insieme». 
 
 


Compagno di tanti film, il maestro di luci Vittorio Storaro, è stato il primo ad arrivare, ha il volto tirato: «Bernardo è stato all'inizio un compagno di lavoro, popi un fratello, ma quasi subito anche un maestro per me», dice. «cercava di scrivere con la macchina da presa non un racconto ma una poesia». Per Mario Martone Bertolucci «era una persona specialissima e unica. La sua libertà artistica- dice- era pari alla libertà del suo pensiero». La padrona di casà Virginia Raggi, per una casualità è arrivata praticamente nello stesso momento di Nicola Zingaretti e insieme, sindaca e governatore sono rimasti alcuni minuti a parlare con la vedova del cineasta, Clare Peploe, circondata da amici e famigliari.

«Noi anche su sollecitazione di alcuni presidi che ci hanno telefonato per avere Novecento (che tornerà anche in sala, ndr) - spiega Zingaretti - ci stiamo organizzando per fare in modo, a un mese dalla scomparsa del regista, di proiettare il film in molte scuole di Roma e del Lazio». La sindaca, che non si è fermata con i giornalisti, nel registro delle firme ha definito il cineasta come «il più grande regista che ci ha insegnato a guardare la vita con occhi nuovi». Paolo Taviani, che aveva sentito Bertolucci al telefono qualche mese fa, rivela che il regista era «desideroso di fare un nuovo film, da girare in tre stanze. Voleva fosse un film gioioso. Non gli è stato concesso di farlo, ma credo sarebbe felice di vedere come non solo l'Italia ma il mondo intero stiano parlando di lui e del suo grande cinema».

La sceneggiatura del progetto, intitolato The echo chamber, era già pronta. Qualcuno sulla stampa ha scritto che Tornatore, potrebbe essere l'unico in grado di prendere il testimone del progetto: «Non so, non credo di essere all'altezza di cogliere la sua specialità stilistica
», risponde il regista premio Oscar, secondo il quale Bertolucci è stato un poeta del cinema. Per Il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, arrivato anche lui per rendere omaggio al regista, «oggi è una giornata triste, ci lascia una persona in grado di interpretare il nostro tempo, che ce l'ha raccontato in un modo che rimarrà».

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